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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Rompiamo l'uovo...

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Rompiamo l'uovo...  Cristo è risorto! Che la sua luce rischiari il buio più fitto... Buona Pasqua! Particolare del Giudizio universale - Chiesa SS. Annunziata di Sant'Agata dei Goti L’uovo e la risurrezione. Declinazioni diverse per un simbolo antico.  (pubblicato in www.osservatoreromano.va del 31.3.2013) Quella che stiamo per proporre, nella solennità centrale dell’anno liturgico, può sembrare una stravaganza e, per certi, versi, lo è. Eppure, andando oltre le apparenze, ritroviamo ancora una volta quelle radici cristiane che la società attuale sembra sotterrare sempre più sotto  l’indifferenza. Per le nostre Pasque sono solo disponibili paesaggi primaverili o al massimo un uovo da cui fuoriesce un bel pupo. In tempi così “corretti” e “laici” l’uovo è paradossalmente l’ultimo simbolismo con iridescenze pasquali che ci possiamo permettere, anche se è noto che la genesi di questo simbolo affonda nei miti cosmogonici più remoti non solo egizi, ma anche indiani:

Il grande silenzio

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" Oggi sulla terra c'è grande silenzio, grande silenzio e solitudine.  Grande silenzio perché il Re dorme:  la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato  e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.  Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi".  (Da un'antica omelia sul sabato santo di autore anonimo). QUI  per approfondire Gesù Cristo nella discesa agli inferi - Opera di M.I. Rupnik e del Centro Aletti

Le "periferie" diventano "centro"...

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Gesù crocifisso. Mistero insondabile di un Dio che, svuotando se stesso, raggiunge le "periferie esistenziali" dell'umanità, secondo l'impressionante ed efficace espressione usata (e vissuta) da Papa Francesco nei primi giorni del suo pontificato. La Chiesa intera (e ogni cristiano), seguendo le orme del suo Signore, "è chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria" (Papa Francesco). Non c'è persona e situazione umana così lontane e periferiche sulle quali Dio, in Cristo crocifisso e abbandonato, non si curva. Ogni "periferia" dell'esistenza diventa, per Lui, "centro". Teniamolo bene presente quando oggi ci prostreremo dinanzi al Crocifisso e lo baceremo... Isaia (53, 2-7) (...) Non ha app

Conquistati dalla "logica di Dio"!

Amici carissimi, esattamente il giovedì santo di un anno fa inauguravo questo appuntamento (quasi) quotidiano con la Parola attraverso il blog che ho intitolato "Pensieri in Rete". Pensieri, riflessioni, rilettura di fatti di vita che scaturiscono dal confronto con la Parola di Dio della liturgia di ogni giorno, in particolare i testi dei vangeli. Ora che fare? Non è forse compiuta l'opera, dal momento che inizia daccapo un nuovo ciclo? Non rischierò di essere ripetitivo? Oppure, non sarò forse tentato di fare copia/incolla con il commento già confezionato? Eppure, se saprò "sostare" davanti alla Parola oggi, con il mio vissuto di oggi, accade un incontro sempre nuovo con Gesù. Esattamente come scrive in un tweet di ieri Papa Francesco: "Rimanere con Gesù esige uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario". E ora, prendendo spunto dall'ultimo messaggio lanciato su twitter  da @Pontifex_it qui di seguito riportato, e

Il traditore e l'innocente

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Due sono i pensieri che mi vengono in mente di fronte al vangelo di oggi: 1) Una preghiera: "Signore, liberami e scampami dalla possibilità che io possa tradirti e - se dovessi esserti infedele - fa' che me ne avveda presto: abbi pietà di me!". 2) Nella chiesa (e nel mondo, chiaramente) ci può capitare di "mangiare insieme" a chi trama contro di noi, o, per lo meno, nutre invidia, gelosia, pensieri maliziosi...: non mi scandalizzo! A Gesù - Figlio di Dio, giusto e innocente -  è andata così (si è lasciato perfino baciare!) ... e io - che sono solo un uomo, fragile e peccatore - perché dovrei pretendere di avere una sorte migliore? Dal vangelo secondo Matteo (Mt 26, 14-25). In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Á

Chi mi salvera?

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La pagina di vangelo di oggi è tra le più inquietanti: si parla di tradimento e di rinnegamento... Da qui la preghiera: «Signore, fa' che mai mi accada di tradirti come Giuda, ma tu sai che già tante volte - come Pietro - ti ho rinnegato. Tante volte ti ho detto con presunzione: "Darò la mia vita per te!", ma poi... Fa' che in questi giorni, in cui riviviamo il mistero della tua passione, morte e risurrezione, sappia prostrarmi con umiltà dinanzi a te crocifisso e lasciarmi inondare da quel sangue e acqua che sgorgano dal tuo costato. Fa' che, "lavato" dal tuo Amore, sia risanato dalla malattia che colpisce la mia anima e trovi la gioia e la forza di seguirti. Amen!». Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 21-33. 36-38). In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».  I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi pa

Non tradire l'amore...

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Gesù si trova nella casa degli amici di Betania, a due passi da Gerusaelemme: i fratelli Lazzaro, Marta e Maria. Su Marta e Maria conosciamo il celebre brano di Luca (10, 38-42: affaccendata la prima, ai piedi del  Maestro la seconda); conosciamo anche la risurrezione di Lazzaro nello stesso vangelo di Giovanni al cap. 11. Le due sorelle hanno caratteri molto diversi: mentre Marta è portata al concreto, Maria è tutta protesa verso l'ascolto del Signore: ciascuna, a modo proprio, lo ama di amore sincero. Il brano di oggi si concentra tutto nel gesto di Maria di cospargere i piedi di Gesù di profumo prezioso, secondo l'uso comune tra gli ebrei di lavare i piedi all'ospite che entrava in una casa...  ma qui Maria va decisamente oltre! Ella è entrata nella logica dell'amore senza calcolo! Chi "calcola", infatti, tradisce l'amore! Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12, 1-11). Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro,

La settimana più importante

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Siamo arrivati alla soglia della Settimana Santa! Il vangelo di oggi riporta la singolare profezia di Caifa - è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo...  - il quale, senza rendersene conto, ci offre il senso stesso della morte di Gesù. Sì, perché il suo pensiero è calcolo di potere, è difesa di un sistema intoccabile. Ma "Dio scrive dritto su righe storte", come saggiamente recita il detto popolare. Dietro alla tragica cronaca della condanna a morte di un giusto innocente si va compiendo l'agire più straordinario di Dio nella storia umana. Entriamo dunque nella Settimana Santa, anzi entriamo nei "misteri" che qui si celebrano e lasciamo che i misteri entrino in noi. Ci scopriremo rigenerati! Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 11, 45-56). In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e r

"Segni" e fatti

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Dal vangelo di ieri (Gv 8) facciamo un salto in avanti nel vangelo di Giovanni (al cap. 9 Gesù compie il segno del donare la vista al cieco nato) e giungiamo al cap. 10. Dopo il celebre discorso che Gesù fa sul "buon pastore" (vv. 1-18), riprende la disputa con i giudei sulla sua vera identità. I "segni" (o le opere) che Gesù aveva compiuto hanno sortito un effetto ambivalente (il vangelo di Giovanni è chiamato il vangelo dei "segni"): c'è chi ha creduto, e quindi ha mostrato un'apertura di fede capace di cambiare la propria vita, e c'è chi si è caparbiamente chiuso nel rifiuto totale adottando la strategia dell'accusa. Gesù non può lasciarci indifferenti: da quale parte ci schieriamo? ... E non basta un proclama: c'è bisogno di fatti che fanno "vedere" la scelta. Un consiglio? Non presumiamo mai di ritenerci già "arrivati"... Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 31-42). In quel tempo, i Giudei raccolsero

Un Dio "scandalosamente" vicino

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Ciò che "sconvolge", e che mai dobbiamo dare per scontato, è il fatto che Gesù avanza la "pretesa" di proclamarsi Figlio di Dio, dichiarandosi una cosa sola con Dio-Padre. E' impressionante il fatto che Dio entri così a stretto contatto con la storia umana, si "confonde" per così dire con gli uomini... tanto che i Giudei considerano ciò una pretesa scandalosa. E' esattamente il capo di accusa per richiederne la condanna. Oggi e nei prossimi giorni consideriamo e contempliamo quanto Dio, in Gesù Cristo, si è fatto vicino a ciascuno di noi e a quale prezzo lo ha fatto! La chiave sta nell'osservare la sua parola... A tale proposito, nei giorni in cui sperimentiamo lo stupore dell'agire sempre nuovo di Dio nella Chiesa dopo l'elezione a vescovo di Roma di Papa Francesco, mi permetto di riprendere le "ultime" parole di Benedetto XVI nel congedare i cardinali il 28 febbraio scorso (sembra una vita fa!), quasi il suo testamento sp

Dov'è la libertà?

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La disputa di Gesù con i Giudei si fa accesa. Nel cap. 14 di Giovanni Gesù dirà: "Io sono la via, la verità e la vita". Dunque è Gesù stesso la verità che ci fa liberi, se crediamo in Lui, se rimaniamo nella sua parola, sperimentiamo la libertà dalla schiavitù e dai condizionamenti del peccato. Egli ci fa liberi davvero accettando di farsi Egli stesso schiavo, assumendo la nostra natura umana e sottoponendosi alla morte di croce. Continuiamo a contemplare il Crocifisso, riconoscendo in Lui la sorgente della nostra autentica libertà: la libertà dal peccato (inchiodato sulla croce) e la libertà per  amare. E' la sequela di Gesù crocifisso che ci fa liberi! Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 31-42) In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno.

Voce del verbo "custodire"

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La figura di Giuseppe mi commuove sempre. Egli sembra scomparire dietro ai grandi eventi che hanno al centro Cristo, ma è proprio qui che Giuseppe assume un ruolo da gigante. E' un uomo giusto, è un uomo che ama la sua sposa, è laborioso, è un uomo attento alla voce di Dio: per tutti questi motivi egli è adatto a diventare "custode" di Gesù. Abbiamo letto in questi giorni che Papa Francesco nutre, tra l'altro, una particolare devozione per S. Giuseppe: non è un caso che la S. Messa di "inizio ministero" sia celebrata proprio oggi. "Ascoltare" (Dio e l'uomo) e "custodire" (la Chiesa-Sposa e i figli/fratelli): questi due verbi accompagnino il suo (e il nostro) cammino! Dal vangelo secondo Matteo (Mt 1,16.18-21.24a). Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si

Miseria e misericordia

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Il vangelo, già ascoltato domenica (V di quaresima, anno C), ce lo ripropone la liturgia di oggi, con un'insistenza in perfetta sintonia con le insistenti parole di Papa Francesco al suo primo Angelus in piazza S. Pietro: "Non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono" ( clicca qui per riascoltare l'intero Angelus: ne vale la pena!). Dice Sant'Agostino che quando "tutti uscirono di scena, soli restarono Gesù e la donna; restò il Creatore e la creatura; restò la miseria e la misericordia; restò lei consapevole del suo reato e lui che ne rimetteva il peccato". Il perdono salva la vita, chiude con il passato e dona futuro, fa passare dalla morte alla vita! Non temiamo la nostra miseria! Basta sollevare gli occhi alla "misericordia" che si china davanti a noi... Và e non peccare più... Và e anche tu fa lo stesso. Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 1-11). In quel tempo,

Primo: ascoltare!

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Nel testo evangelico odierno mi colpisce quanto dicono le guardie ai capi dei giudei: "Mai un uomo ha parlato così". Hanno ragione, perché le sue parole di "vita eterna" che "non passeranno mai", sono parole di un uomo-Dio. Il cerchio degli oppositori si stringe, ma Gesù sta per trasformare l'atto più drammatico del suo rifiuto nell'atto supremo di amore. Si sta per manifestare la potenza di Dio in una specie di alchimia che trasforma l'odio in amore. Anche noi, ascoltando le parole di Gesù, possiamo entrare in questo processo di trasformazione. Nicodemo ne è testimone: Gesù va prima di tutto ascoltato, come egli stesso ha fatto (cfr. Gv 3, 1-21)... e la prospettiva di vita cambia! Altrimenti... ognuno "a casa sua"... Gesù e Nicodemo (Matthias Stomer) Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 7, 40-53). In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui

Discepoli di un Dio crocifisso

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Nell'avvicinarsi della Pasqua la liturgia ci propone dei testi evangelici che mostrano la crescente ostilità nei confronti di Gesù e fanno presagire il destino di Passione. L'evangelista Giovanni parla della "sua ora" non ancora giunta. Questa "ora" coincide con la morte di croce, il segno in cui Dio mette in gioco tutto di sé per noi. La Parola di questi giorni dunque ci fa compiere il percorso di amore folle di Dio per noi, ci prepara a contemplare la "bellezza" del Crocifisso. Tutto ciò possa suscitare in noi una risposta di fedeltà e di sequela. San Pietro afferma: "Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme" (1Pt 2,21). Fanno eco le parole forti nell'omelia di ieri di papa Francesco : "Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discep

Il saluto di papa Francesco

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Non avete in voi l'amore di Dio". L'accusa di Gesù verso i giudei è forte! Essi scrutano le Scritture, le conoscono bene, ma non ascoltano e non credono. Questo è un invito a riflettere anche per noi. In che misura faccio spazio all'amore di Dio in me? Come incide nella mia esistenza quotidiana la Parola? In che modo convalido con la mia vita la fede in Gesù? In altri termini, ascolto la sua Parola e faccio orientare le mie scelte da essa? Infine, una piccola considerazione a caldo sul gesto di Papa Francesco, che nel saluto ai fedeli in piazza S. Pietro si è inchinato per ricevere, lui, la benedizione "dal basso"! Con questo gesto ha esattamente incarnato l'invito di Gesù a non ricevere "gloria gli uni dagli altri", ma a cercare quella "che viene dall'unico Dio!". Sul saluto del neo papa vi invito a leggere il seguente commento che mi ha inviato l'amico don Enrico Brancozzi, docente di teologia a Fermo, e che condivido pie

L'agire di Gesù: dalla morte alla vita... niente di meno!

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Nel vangelo di oggi Gesù rivela se stesso, da Figlio quale è, nel suo rapporto con il Padre. Egli agisce (è l'agire della creazione) come agisce il Padre. Eppure, quante volte abbiamo l'impressione che egli se ne stia lì fermo, indifferente e impassibile dinanzi alle tragedie umane! Ci è davvero difficile capire in che modo Egli agisca laddove tutto ci appare insensato... Di che "agire" si tratta, dunque? E' in questione la salvezza, quella guarigione radicale che solo Gesù è capace di dare. E' l'azione, impossibile all'uomo ma solo a Dio, di ridare la vita a chi è morto: è ciò che il Padre compirà in Gesù, risuscitandolo dalla morte, primogenito di coloro che sono morti. Il giudizio di cui Gesù parla non deve perciò spaventarci. Suo unico intento è farci passare dalla morte alla vita attraverso l'ascolto e la fede, l'obbedienza della fede. L'invito per oggi è provare a sperimentare in tutte le situazioni Gesù che agisce, facendoci passare

"All'istante quell'uomo guarì"

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"Vuoi guarire?": la domanda di Gesù rivolta all'uomo malato da 38 anni (!) mi inquieta. La sento rivolta a me... che forse, talvolta, non mi accorgo neanche di essere malato... Chiaramente di malattia dell'anima si parla, una malattia da cui non si può guarire da soli, ma dove è Gesù che prende l'iniziativa. Facciamo memoria del battesimo - dall'acqua e dallo Spirito siamo rinati - perché i suoi effetti terapeutici non svaniscono, mai! L'itinerario quaresimale è anche questo: ripartire costantemente dalla sorgente della nostra ri-nascita e quindi dall'innesto in Cristo. Allora oggi: "Alzati e cammina!", perché "nella speranza siamo stati salvati" (Rm 8,24). Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 5, 1-16). Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi,

Liberazione dalla dittatura dell'io: l'umiltà

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L'umiltà salva da tanti guai in cui ci si può cacciare per presunzione! La presunzione è uno sguardo che non sa mirare al cuore né proprio né degli altri. E' "liberazione" del cuore dalla "dittatura" dell'io. La preghiera del pubblicano è detta anche - dalla tradizione cristiana - "preghiera del cuore". E' il medesimo grido che il cieco di Gerico (cap. 10 del vangelo di Marco) rivolge a Gesù che passa. Nei  Racconti di un pellegrino russo (il testo è disponibile per il download QUI ) il protagonista, un monaco, ripete migliaia di volte al giorno, al ritmo del respiro e del battito del cuore, la preghiera: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me peccatore". Proviamo a ripeterla, più volte al giorno (non dico migliaia!) e scopriremo con sorpresa che ci farà bene... al cuore. Dal vangelo secondo Luca (Lc 18, 9-14). In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giu

In attesa di nuovi germogli

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Il vangelo di oggi mi richiama in mente una metafora: ognuno di noi è come un albero "rovesciato" che ha le radici in Cielo (nella Trinità) e si ramifica qui sulla terra nelle relazioni con ogni prossimo. Innaffiamo le radici (= amiamo Dio) e abbiamo cura dei germogli (= amiamo il prossimo). Se si tagliano le radici tutto l'albero dissecca, ma è vero anche il contrario: se non si ha cura dei rami, anche le radici vanno in sofferenza e l'albero può definitivamente seccare... Tuttavia - e la natura ce lo dimostra - finché le radici rimangono salde c'è sempre la speranza che spuntino nuovi germogli. In altre parole, a partire dall'amore di Dio e dalla sua misericordia si può sempre ricominciare nella carità con il prossimo. In sintesi: curiamo la salute delle radici e i frutti verranno di conseguenza... Non lasciamoci scoraggiare: attendiamo nuovi germogli... la primavera è alle porte! Dal vangelo secondo Marco (Mc 12, 28-34). In quel tempo, si avvici

Scorgere il "dito di Dio"

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Brutta cosa il pregiudizio e l'ostinazione! Forse talvolta ci è capitato di farne le spese nei nostri confronti: qualsiasi cosa buona credevamo di fare è stata letta e interpretata in senso diametralmente opposto. Beh, consoliamoci: a Gesù non è andata meglio! Ma oggi quello che importa è leggere il nostro atteggiamento di fronte a Gesù: c'è ostinazione nel nostro cuore a non voler vedere i segni del suo amore e della sua presenza? Abbiamo anche noi una "dura cervìce" ( capa tosta , in napoletano) come dice la Scrittura? Apriamo oggi occhi, orecchi, mente e cuore per vedere il "dito di Dio" in azione nelle persone e nelle vicende della vita. Questa è la conversione che ci è richiesta. Dal vangelo secondo Luca (Lc 11, 14-23). In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i

Oltre la legge... la carità

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Gli Ebrei, oltre ai dieci comandamenti, osservavano (e osservano) una incredibile mole di norme e precetti. Gesù sembra sovvertire il sistema legale su cui si basa la religiosità ebraica. In realtà Egli viene a svelare l'anima di tutta la legge: l'amore. E questo è evidente nei versetti che seguono il brano di oggi dove Gesù, nel proseguimento del discorso della montagna, presenta le famose antitesi: "Avete inteso che fu detto... Ma io vi dico..." (Mt 5, 21-48). San Paolo, da parte sua, nella lettera ai Romani (Rm 13,8-10) afferma:  "Non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge. Infatti: Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai, e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: Amerai il tuo prossimo come te stesso. La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità". L'amore non sopporta nessuno s

Divinamente amati per amare divinamente...

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Il perdono è un'esperienza che che ha al centro l' io e due connessioni fondamentali: una che lo precede, il Padre misericordioso; e l'altra che lo segue, il fratello . L'esclusione del perdono causa un'interruzione nella circolarità  Dio Padre - Io - Tu . La chiusura dell'io verso una delle due relazioni fondamentali provoca una sorta di "infarto" spirituale. L' "uccisione" dell'altro non è il trionfo ma il "suicidio"dell'io! L'antidoto è il perdono che apre la via alla comunione. Si tratta, in realtà, semplicemente di lasciarsi contagiare dall'amore sproporzionato che ci precede: quello del Padre. E' Lui la sorgente di quell'amore smisurato che ha manifestato in Cristo crocifisso! Sì, il perdono è un amore "esagerato", è qualcosa di "divino"... Chi perdona ama... da Dio! E questo perché sa di essere "divinamente" amato. Buona giornata! Dal vangelo secondo Matteo

Perché il cielo si apra...

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Il brano della liturgia odierna è il proseguimento del capitolo 4 di Luca dove si racconta di Gesù che entra nella sinagoga di Nazareth, prende il rotolo di Isaia, si alza a leggerlo nel passo dove il profeta dice: "Lo Spirito del Signore è sopra di me... mi ha consacrato ... e mi ha mandato...". Gli occhi di tutti sono puntati su di Lui. Poi, sedendo, dice: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Davanti allo sconcerto dei presenti, ecco il brano di oggi con le considerazioni che Gesù fa. In effetti quanto Gesù descrive si è di fatto avverato con la predicazione apostolica dopo la Pentecoste, quando il vangelo si diffonderà al di fuori dei confini di Israele e del popolo giudaico. Tuttavia il pensiero che questo brano del vangelo oggi mi spinge a fare è verificare la mia capacità di accogliere Gesù Cristo in maniera sempre nuova, senza sclerotizzarmi in quello che di Lui già so. La presunzione di sapere tutto (o quasi) di Lui è una tentaz

Un amore che fa rinascere

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Attenzione a non fermarsi all'istinto di dire: "Questa parabola la conosco!", perché dobbiamo di nuovo farci stupire dal racconto del Padre misericordioso in tutti i suoi dettagli (notare, per esempio, il susseguirsi incalzante dei verbi: "Quando era ancora lontano, suo padre lo vide , ebbe compassione , gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò ") . Oltre a comprendere chi è e com'è fatto il Padre, dobbiamo anche calarci dentro la parabola e capire chi siamo noi, chi sono io. In quale dei due fratelli mi riconosco? Forse - parlo per me - ho preso un po' dell'uno e un po' dell'altro? Ma la cosa più sconvolgente è comprendere - nel senso letterale di prendere-con , lasciarsi afferrare/conquistare - dalla misericordia. La "compassione" del padre è resa dal greco con un termine che richiama il movimento interno del grembo, il grembo di una madre  che genera la vita. E' proprio così: la misericordia contiene un'in

La malvagità non ha futuro

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Il vangelo di oggi si collega alla prima lettura della liturgia (Gn 37, 3-4. 12-13. 17b-28) che parla della vicenda di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli e condotto dai mercanti in Egitto. Gesù è l'emblema (più alto, s'intende!) di chi decide di vivere nel mondo in verità e giustizia, non badando a sé stesso, ma al bene di tutti e di ciascuno. E' evidente che, in un mondo dominato da una logica diametralmente opposta, la presenza del giusto appare intollerabile. Secondo una mia tesi sostengo l'idea che la maggioranza dei comportamenti umani scomposti e malsani nasce fondamentalmente da due atteggiamenti: la gelosia e l'invidia. La gelosia vorrebbe tutta l'attenzione e il bene rivolto a sé; l'invidia non sopporta il bene dell'altro. La sorte del giusto (che ama tutti, senza preferenza di persone) - in questo mondo - è determinata dalla lotta che gli oppongono coloro che sono ottenebrati nel cuore e nella mente da invidia e gelosia.