Miseria e misericordia


Il vangelo, già ascoltato domenica (V di quaresima, anno C), ce lo ripropone la liturgia di oggi, con un'insistenza in perfetta sintonia con le insistenti parole di Papa Francesco al suo primo Angelus in piazza S. Pietro: "Non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono" (clicca qui per riascoltare l'intero Angelus: ne vale la pena!). Dice Sant'Agostino che quando "tutti uscirono di scena, soli restarono Gesù e la donna; restò il Creatore e la creatura; restò la miseria e la misericordia; restò lei consapevole del suo reato e lui che ne rimetteva il peccato". Il perdono salva la vita, chiude con il passato e dona futuro, fa passare dalla morte alla vita! Non temiamo la nostra miseria! Basta sollevare gli occhi alla "misericordia" che si china davanti a noi... Và e non peccare più... Và e anche tu fa lo stesso.


Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 1-11).
In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. 
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più». 

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