La malvagità non ha futuro


Il vangelo di oggi si collega alla prima lettura della liturgia (Gn 37, 3-4. 12-13. 17b-28) che parla della vicenda di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli e condotto dai mercanti in Egitto. Gesù è l'emblema (più alto, s'intende!) di chi decide di vivere nel mondo in verità e giustizia, non badando a sé stesso, ma al bene di tutti e di ciascuno. E' evidente che, in un mondo dominato da una logica diametralmente opposta, la presenza del giusto appare intollerabile. Secondo una mia tesi sostengo l'idea che la maggioranza dei comportamenti umani scomposti e malsani nasce fondamentalmente da due atteggiamenti: la gelosia e l'invidia. La gelosia vorrebbe tutta l'attenzione e il bene rivolto a sé; l'invidia non sopporta il bene dell'altro. La sorte del giusto (che ama tutti, senza preferenza di persone) - in questo mondo - è determinata dalla lotta che gli oppongono coloro che sono ottenebrati nel cuore e nella mente da invidia e gelosia. Tuttavia chi segue Gesù sa che, se da un lato deve essere pronto a sottoporsi all'umiliazione (... fino a dare la vita) dall'altro si attende da Dio l'esaltazione e la gloria. In parole povere, deve prepararsi a salire sul calvario e rimanervi da solo (o quasi). Ma - e qui sta la sorpresa - dà inizio a qualcosa di nuovo ("vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare"), una novità benedetta da Dio... Sostenuti da questa fede-speranza, avanti!


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 21, 33-43. 45).
In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 
Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 
Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?».  Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare». 
Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

Commenti

  1. tutto ciò che fa parte dell'uomo è cosa molto buona pure l'invidia e la gelosia che, se incanalati nel giusto alveo portano a chi ne avverte l'influenza a superarsi correggendosi ... si dice che nella correzione fraterna accade che correggendo ci si auto-corregge ,,, l'altro che invidio o di cui sono geloso per qualità apparentemente buone o cattive, non è altro che lo specchio di me stesso, per ciò, da quei sentimenti che mi mordono dentro posso, se Dio vuole, scoprire qualità che già possiedo potenzialmente ma che dormono nel mio intimo o sono sviluppate pochissimo ... grazie all'invidia o gelosia posso una volta individuate svilupparle facendole venire fuori ... o al contrario soprire altre qualità che si sono impadronite smisuratamente di me, e ciò, sempre grazie a quei "peccaminosi" sentimenti: invidia o gelosia, che talvolta provo, ammirando nell'altro la capacità di dominare gli spropositi quindi dominarsi ... caro don Sandro so che sto scrivendo a un prof, ma qui in rete è bene che mi esponga fino al ridicolo per sostenere non una semplice idea ma una 'dottrina' incarnata che spinge ad espormi quando la carne, non la dottrina, si sente provocata ... sulla base sia dell'ascolto che del vissuto... ciao ... nel senso etimologico del termine

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