Le "periferie" diventano "centro"...


Gesù crocifisso. Mistero insondabile di un Dio che, svuotando se stesso, raggiunge le "periferie esistenziali" dell'umanità, secondo l'impressionante ed efficace espressione usata (e vissuta) da Papa Francesco nei primi giorni del suo pontificato. La Chiesa intera (e ogni cristiano), seguendo le orme del suo Signore, "è chiamata a uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali: quelle del mistero del peccato, del dolore, dell’ingiustizia, quelle dell’ignoranza e dell’assenza di fede, quelle del pensiero, quelle di ogni forma di miseria" (Papa Francesco). Non c'è persona e situazione umana così lontane e periferiche sulle quali Dio, in Cristo crocifisso e abbandonato, non si curva. Ogni "periferia" dell'esistenza diventa, per Lui, "centro". Teniamolo bene presente quando oggi ci prostreremo dinanzi al Crocifisso e lo baceremo...


Isaia (53, 2-7)
(...)
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca". 
(...)

Commenti

  1. Nulla è casuale...
    Questo è il frutto di un incontro tra tre amici che il Venerdì santo si sono sentiti fratelli in Cristo Gesù e sono usciti da se stessi recandosi nelle periferie riempiendosi i cuori di speranza, sono grato a Dio per avermi donato la gioia che rende piccoli perciò grandi grandi grandi al Suo cospetto ti adoro mio Dio… tutto ha avuto inizio dall’incontro casuale che ho avuto Venerdì santo. Nulla è casuale nella vita, quel giorno infatti è stato un giorno di Grazia rispetto al passo evangelico appena ascoltato, infatti nell’incontrarci e nel sentirci veramente un solo corpo al servizio dell’Amore che sentivamo già appena ci siamo tutti e tre guardati negli occhi … di fronte alla residenza sanitaria degli anziani, in una esplosione, ci siamo recati tra loro e con loro in Cristo abbiamo succhiato Amore e restituito, con poche preghiere tanti sguardi, tocchi, carezze, vibrazioni corali che ci facevano sentire giganti tanto più riuscivamo a spogliarci di ogni nostra pretesa sicurezza di vita, di onore, stando a contatto con persone spoglie di tutto, ma ricche ricche, ricche fino alle lacrime che, per Grazia, ci facevano buttare dal cuore e dagli occhi … lacrime di gioia, lacrime che racchiudono questa nostra bellissima esperienza che ci ha trasfigurati e preparati a incarnare il Vangelo, a dare una risposta vivente alla domanda che alberga nel cuore di ogni uomo e che nulla ha di evangelico, tanto di egoistico e superbo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Ecco, ai "piccoli" il Padre si è degnato di rivelare ciò che rimane nascosto ai sapienti e agli intelligenti, perché piccoli sono coloro che certe domande non se le pongono, piccoli sono coloro che, per Grazia, si lasciano trasportare nel Regno di Dio senza porre ostacoli, ragionamenti, pretese, ma come pazzi, pieni di gioia, esultano e ringraziano. Ecco questo è stato il mio Venerdì santo con … che si è concluso nell’antistante monastero del SACRO CUORE DI GESù delle Suore Domenicane dove le abbiamo abbracciate dopo aver baciato la Croce santa.

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  2. il passo del Vangelo di cui si parla è Mt 18, 1-5

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