In attesa di nuovi germogli


Il vangelo di oggi mi richiama in mente una metafora: ognuno di noi è come un albero "rovesciato" che ha le radici in Cielo (nella Trinità) e si ramifica qui sulla terra nelle relazioni con ogni prossimo. Innaffiamo le radici (= amiamo Dio) e abbiamo cura dei germogli (= amiamo il prossimo). Se si tagliano le radici tutto l'albero dissecca, ma è vero anche il contrario: se non si ha cura dei rami, anche le radici vanno in sofferenza e l'albero può definitivamente seccare... Tuttavia - e la natura ce lo dimostra - finché le radici rimangono salde c'è sempre la speranza che spuntino nuovi germogli. In altre parole, a partire dall'amore di Dio e dalla sua misericordia si può sempre ricominciare nella carità con il prossimo. In sintesi: curiamo la salute delle radici e i frutti verranno di conseguenza... Non lasciamoci scoraggiare: attendiamo nuovi germogli... la primavera è alle porte!


Dal vangelo secondo Marco (Mc 12, 28-34).
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». 
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

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