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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Una "chiave" anche per noi

Festa degli Apostoli Pietro e Paolo. Suggestive le parole di Sant'Agostino nel dare una spiegazione del "legare e sciogliere" che Gesù affida a Pietro. Lo fa in riferimento al triplice rinnegamento dell'Apostolo a cui corrisponde la triplice domanda di Gesù: "Simone... mi ami più di costoro?" (Gv 21,16): «Non rattristarti, o apostolo. Rispondi una prima, una seconda, una terza volta. Vinca tre volte nell'amore la testimonianza, come la presunzione è stata vinta tre volte dal timore. Deve essere sciolto tre volte ciò che hai legato tre volte. Sciogli per mezzo dell'amore ciò che avevi legato per timore» (S.Agostino, dal Dicorso n. 295 ).  In queste parole c'è una "chiave" anche per noi! Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-19). In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa

Tu, Signore, non ami le chiacchiere da salotto...

Mi sono scoperto, nel momento in cui scrivo, ad aver già più volte detto da quando mi sono svegliato: "Signore, Signore"... Ebbene, caro Gesù, tu non ami una lingua adulatrice. Con gli adulatori non ci vai tenero, non li sopporti proprio: "Non vi ho mai conosciuti...". So, Signore, che non posso rivendicare nulla davanti a te a titolo di conquista della salvezza: non è un premio a punti; ma posso ancora una volta decidermi a fondare sulla roccia della tua Parola la mia vita, a partire da adesso. Solo così io ti conoscerò davvero e tu mi riconoscerai. Signore, mi piaci! Perché non sei un tipo da chiacchiere salottiere, ma di sostanza!  Dal vangelo secondo Matteo (Mt 7, 21-29) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome no

Ritorno alla terra...

Estate: tempo di raccolta. Mio fratello più piccolo, l'unico che in famiglia non ha abbandonato l'antico  e affascinante mestiere di coltivare la terra, qualche giorno fa mi ha condotto a visitare colture le cui piante non avevo mai viste: lenticchie e ceci. Me ne ha mostrato i fiori e i piccoli baccelli che contengono i semi ancora embrionali. E' proprio vero: dai frutti si riconoscono le piante. E pensavo al nostro tempo moderno: lo stile di vita urbano ha fatto perdere la capacità di riconoscere "gli alberi" e di distinguerli tra i buoni e i cattivi. E questa difficoltà si estende da ciò che nutre il corpo a ciò che alimenta l'anima. L'appetito non è diminuito, ma il rischio di allungare la mano verso qualche frutto avvelenato è aumentato. Nel "supermercato" della vita è ampia la gamma di prodotti disponibili e allettanti, ma non tutti fanno bene alla "salute". Ecco allora tornarmi in mente le parole di papa Francesco all'Angelu

"Facilitatori" della crescita

Una festa! Un bambino che nasce è una festa! "Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio!" (Sal 138,14).  Una madre, un padre, un bambino. Vicini e parenti che fanno visita e si congratulano. "Che nome avete scelto?". Già da come i genitori sono concordi nel chiamarlo, stranamente senza litigare tra loro, si capisce che è un bambino che esce fuori dagli schemi abituali. Si intuisce che ha una missione speciale da compiere. C'è, evidentemente, la mano di Dio. Egli avrà un compito unico: papà e mamma sono consapevoli di dover lasciar fare al Signore. L'unica cosa che hanno il compito di fare è "facilitare" il suo crescere e fortificarsi nello spirito. Giovanni è niente meno che il precursore del Signore Gesù, colui che ne prepara la strada. Credo che sia utile pensarsi l'essere padri e madri oggi in maniera simile: superare l'angoscia genitoriale affidando alla mano di Dio il percorso di vita dei figli. Genitori non che rendono la vita fa

Domande da non evadere

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.   Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. (Lc 9,23-24). Non una via per pochi eletti: "se qualcuno vuole..." riguarda chiunque voglia dirsi ed essere suo discepolo. Come posso oggi vivere il mio "rinnegare se stesso"? Quale la mia croce da caricare sulle spalle? Come e dove "perdere la propria vita" per causa sua? Non posso evadere queste domande se voglio ancora fregiarmi del titolo di "cristiano" ... Stasera vedrò di tirare qualche bilancio, ma so già che dovrò prepararmi a ricominciare... Sempre ricominciare a seguirLo... Grazie, Gesù, perché non ti stanchi mai di me!

Braccia aperte e mani alzate

Braccia aperte e mani alzate. Il "Padre nostro" si prega anche con il corpo. Lo si prega con tutto se stessi. E' una preghiera che spalanca il cielo e lo rovescia sulla terra: "come in cielo così in terra". Mani tese: verso il Padre e verso i fratelli... E' una preghiera che mette in circolo "linfa divina" e impedisce alla vita di inaridire. Pensi di avere poco tempo per pregare? Gesù ci semplifica enormemente la vita: niente fiato sprecato. Basterebbe il "Padre nostro", recitato con le labbra e cantato con la vita! Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15). In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, si

Ripartire dal "segreto del cuore"

"L`uomo guarda l`apparenza, il Signore guarda il cuore" (1Sam 12,7). Questa parola del Signore, rivolta a Samuele dinanzi a un ragazzino destinato a diventare il grande re Davide, mi è venuta in mente leggendo il vangelo di oggi. E' impressa nella mia memoria fin da bambino, all'età in cui frequentavo il catechismo. L'ho sempre sentita come un appello ad essere "veri" dentro. Oggi voglio di nuovo puntare a partire dal "segreto del cuore", laddove sono nudo davanti al Signore... Il resto è dettaglio. Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6, 1-6. 16-18). In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.  Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi

Un amore che non si "eclissa"

Una delle pagine più ardue del vangelo. Sì, perché Gesù non si limita a proporre il comandamento dell'amore del prossimo, ma lo rende ancora più stringente chiedendoci di amare il nemico. Una cosa è certa: chi ama il nemico ama tutti. A questi livelli di amore, chi può rimanerne escluso? Anche oggi, mentre scrivo, il sole è sorto e splende per tutti... Ci voglio provare anch'io a non "eclissarmi" davanti a chi faccio più fatica ad accettare... Non voglio accontentarmi a comportarmi in modo "ordinario". Davvero la proposta di Gesù è  "straordinaria"! Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 43-48). In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 

Un piccolo (ma difficile!) esercizio...

A commento del vangelo di oggi è sufficiente il tweet di papa Francesco: "Siamo arrabbiati con qualcuno? Preghiamo per quella persona. Questo è amore cristiano". Hai terminato di leggere? Bene: pensa ad una persona con cui sei arrabbiata e prega, brevemente, per lei. Appena inviato questo pensiero anch'io faccio la stessa cosa... Buona giornata! Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 38-42). In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.  E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.  Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». 

Giù le mani dall'amore!

Gesù non ammette che si giochi con l'amore, ma ci chiama a metterci totalmente in gioco nell'amore. Così come lui stesso ha fatto. L'amore non è oggetto di rapina, ma puro dono di sé all'altro. Non è pretesa, ma attesa... E l'attesa è l'atteggiamento del cuore aperto, della capacità di perdono, delle braccia aperte, della mano tesa... La dura lotta da affrontare è quella che ognuno di noi ingaggia con il proprio io nella dura, e mai terminata, missione di estirpare l'egoismo. L'adulterio, in fondo, è non solo amore tradito, ma amore rubato. E' l'atteggiamento del "prendere" e, nello stesso tempo, del "sottrarre"... che nulla ha a che fare con l'amore, quello vero. Tutto ciò che in noi non si sottopone alla legge dell'amore conviene "cavarlo", prima che, come una cancrena, avanzi fino a colpire gli organi vitali e ci consegni alla morte. "Signore, donaci un cuore puro!". Dal vangelo secondo Matt

La vera "riforma" della giustizia...

Di che tipo è la giustizia degli scribi e dei farisei? Una giustizia che si ferma alla regola e non arriva alla persona. A Gesù, al contrario, interessa l'uomo. Se ci rendiamo conto del fatto che ogni cosa facciamo o omettiamo di fare, diciamo o tacciamo implica una relazione con l'altro, ha conseguenze dirette o indirette verso l'altro... allora dovremo prestare grande attenzione anche ai minimi gesti. Una parola, un silenzio, uno sguardo possono "uccidere" o "far vivere". L'offerta gradita a Dio è quella che porta il segno dell'autentico amore per l'altro... Egli non se ne fa nulla del culto fatto con la lingua. Il culto gradito a Dio è "soccorrere" chi è nella necessità, è un cuore di carne che ama e, non toglie, ma "moltiplica" la vita. Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 20-26). «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che

Un buon inizio!

Niente di meglio per ricominciare una nuova settimana! Le "beatitudini" sono un vero antidoto alla tristezza e all'amarezza indotte dalle vicende della vita. Tutto ciò che il mondo giudica "stoltezza", debolezza... si trasforma in motivo di beatitudine, se vissuto con l'intenzione profonda di Gesù. Certo che è strano il modo di vedere dalla prospettiva di Cristo: i suoi discepoli da "sfigati" (secondo la logica mondana) si trasformano in "beati" (secondo la logica di Dio). Mi sento fortunato! ... E tu? Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12) In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

La "grande compassione"

Dal Vangelo secondo Luca  (Lc 7, 11-17) In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.  Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.  Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.  Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».  Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. La situazione umana descritta dal vangelo è drammatica. Una morte assurda, senza senso, dell'unico figlio di una donna vedova. Dolore inaccettabile! Chiunque d

Dall'amore ammalato ad ammalati d'amore

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Il primo di tutti i comandamenti è la voce del verbo "amare". Qui si concentra l'identità di Dio e dell'uomo. Appunto, l'uomo: non per niente fatto ad "immagine di Dio". Togli l'amore e vedi cosa ne rimane... Il nulla. Il non-senso. La solitudine. La disperazione. L'annientamento. E' così semplice! E perché allora la vita è  così complicata? Perché l'amore è fragile e può degenerare. Potrebbe non superare la forza di gravità del proprio ego e precipitare su se stesso. L'egoismo, in fondo, non è altro che l'implosione dell'amore. E questa è la dannata ferita che ci portiamo dietro da Adamo ed Eva. E' la paura di perdere la propria vita... donandola, e consegnandola nelle mani di qualcun altro. Amare è un atto di fede: non si ama davvero fino a quando non si consegna la vita all'altro (Dio e il prossimo). E' credere che se perdi la vita, la trovi (cfr. Mt 16,25). Ma se si vuole capire veramente l'amore, c'è

Un cielo senza amore?

Trovo molto interessante e stimolante, a proposito del brano evangelico della liturgia di oggi, proporre un passaggio di un bel testo dell'artista gesuita Marko Ivan Rupnik (Sergej Sergeevic Averincev - Marko Ivan Rupnik,  Adamo e il suo costato. Spiritualità dell'amore coniugale , Ed. Lipa, Roma 1996). In un paragrafo, dal titolo "Il ruolo della sessualità culmina nella verginità", afferma: «E' una frase che può sconcertare, ma è proprio così. Se l'amore pian piano penetra tutti i momenti della vita di una coppia, allora i due cominciano a percepire la stessa verità espressa nell'atto sessuale in tante altre situazioni della vita. E' un percorso abbastanza 'classico' di un amore vero. Se il significato dell'atto sessuale sta nell'unire due persone, quando queste hanno realmente cementato il loro vissuto, la sessualità stessa... comincia ad esaurire il suo ruolo. E' per questo che Cristo dice che nell'aldilà la sessualità non

Una autorità crediìbile

Per leggere la riflessione sul vangelo di oggi clicca QUI Dal vangelo secondo Marco (Mc 11, 27-33). In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».  Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».  Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».  E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».