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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

La medicina del cuore

E' il terreno che fa la differenza. E il terreno è il cuore. E il cuore ha bisogno di cure. La Parola è la medicina del cuore. E Gesù è la Parola fatta carne. «Gesù! Sei il medico di cui ho bisogno!». Dal vangelo secondo Matteo (Mt 13, 18-23) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la P

«Il seminatore uscì a seminare»

Nell'ultimo "cinguettio" su twitter dal Brasile papa Francesco scrive: «Cari giovani, Cristo ha fiducia in voi e vi affida la sua stessa missione: Andate, fate discepoli #Rio2013 #JMJ"». E' la missione del seminatore! Seminare: ecco ciò che non si deve mai smettere di fare! Seminare è voce del verbo "sperare". Senza seme e senza seminatori non ci sono nè futuro nè speranza. E tra i semi più preziosi, anzi, il più prezioso dei semi, è la Parola! ... Cercasi seminatori! Mt 13,1-9 Dal Vangelo secondo Matteo Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germog

Il nutrimento che sazia

Quella dei farisei è una religione che lega, ma non nutre. E' Gesù che finalmente dà ristoro, percepisce la "fame", il bisogno di cibo dell'altro. Quei chicchi di frumento, di cui i discepoli si nutrono, alludono a Gesù che si fa "pane di vita" per "saziare" la fame di misericordia che alberga nelle viscere di ogni persona. «... Dacci oggi il nostro pane quotidiano...». Dal vangelo secondo Matteo (Mt 12, 1-8). In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».  Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nell

«Dammi qualche sberla...»

I prodigi del Signore conseguono il loro effetto quando "producono" la conversione: quando fanno dell'uomo dal cuore indurito una "nuova creatura". L'essere nuova creatura è, dunque, il vero miracolo! «Ti prego, Signore, abbi ancora pazienza con me! Il mio cuore "sclerotizzato" non ha ancora reagito bene alla "terapia intensiva" del tuo amore compassionevole! Continua a versare, come buon samaritano, l'olio della consolazione e il vino della speranza sulle mie ferite! Tu, in fondo, come ogni buon medico, desideri salvarmi! Ma accetto il tuo "guai!", perché non puoi sopportare il mio restare inerte di fronte a tanto amore! Signore: continua a scuotermi, dammi qualche sberla se è necessaria! Amen». Dal vangelo secondo Matteo (Mt 11, 20-24). In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:  «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Bet

Primo: ascoltare!

Festa di San Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale e patrono d'Europa. La regola che egli ha scritto per i suoi monaci inizia con le seguenti parole: «Ascolta, figlio mio, gli insegnamenti del maestro e apri docilmente il tuo cuore; accogli volentieri i consigli ispirati dal suo amore paterno e mettili in pratica con impegno». Oggi, dunque, proviamo a vivere il primato dell' ascolto di ogni persona, prestando attenzione al sussurro della voce di Dio che vi si può nascondere. E infine la preghiera: "Concedi a noi, o Dio, di non anteporre nulla all'amore del Cristo e di correre con cuore libero e ardente nella via dei tuoi precetti". Dal vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29). In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».  E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rig

Un "contatto" che contagia vita!

Papa Francesco, nell'ora in cui scrivo in viaggio per Lampedusa, si reca in quest'isola per "toccare" la carne di Cristo nei disperati che vanno in cerca di pane, e nello stesso tempo va lì per "toccare" come fa Gesù e ridare speranza all'uomo ferito e con gli occhi spenti. È testimone di quella gioia che fiorisce dalla gratuità dell'incontro, di cui ha parlato sabato ai seminaristi e novizi. La donna del vangelo "tocca" il lembo del mantello di Gesù e ricomincia a vivere! Gesù "tocca" la fanciulla morta prendendola per mano e questa rivive! Credo che anche noi oggi possiamo provare a vivere così: toccare e lasciarci toccare. A volte saremo noi a toccare Cristo nell'altro, altre volte potremmo essere noi a prestare le mani a Cristo perché altri sperimentino l'essere da Lui toccati. Troppo difficile? Proviamoci!  VANGELO Mt 9,18-26 Dal Vangelo secondo Matteo I n quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si

A tavola con il Signore!

Sai, Gesù, cosa mi hai fatto pensare stamattina? Che è bello che tu siedi a mensa con me, peccatore. Non ho la minima presunzione di credermi un sano che non ha bisogno del medico. Tu lo sai, Signore, che non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma dì soltanto una parola ed io sarò guarito! Dal vangelo secondo Matteo (Mt 9, 9-13) In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».  Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

«Coraggio, figlio...»

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Chi di noi oggi può dire di non aver bisogno di tali parole? Essere guariti dalla paralisi, rimessi in piedi, resi capaci di camminare ancora... "Alzati e cammina". Grazie, Gesù, perché non mi squalifichi dalla gara della vita, ma sempre mi dai un nuovo "start!". Dal vangelo secondo Matteo (Mt 9, 1-8) In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».  Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tu

Ferite da "toccare"

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Festa di S. Tommaso Apostolo. Suggestive le parole di San Gregorio Magno a commento del vangelo odierno: "Venne ancora il Signore e al discepolo incredulo offrì il costato da toccare, mostrò le mani e, indicando la cicatrice delle sue ferite, guarì quella della sua incredulità": e ancora: "La clemenza del Signore ha agito in modo meraviglioso, poiché quel discepolo, con i suoi dubbi, mentre nel suo maestro toccava le ferite del corpo, guariva in noi le ferite dell'incredulità". Dammi Signore oggi fede forte e carità grande per riconoscere e "toccare" le tue ferite nelle persone e nelle situazioni che incontrerò o di cui verrò a conoscenza. Di fronte ad essere possa anch'io esclamare: "Mio Signore e mio Dio!". Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20, 24-29). Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nel

Con Cristo non perdiamo nulla!

Gesù non è uno dei tanti, non è un'opzione tra mille possibili. Se lo incontri davvero e ti lasci prendere da Lui, ti conquista fin nelle fibre più profonde del tuo essere. E non temi di perdere niente, perché tutto ritrovi in Lui. Esattamente come ha scritto su twitter papa Francesco sabato scorso: «Impariamo a “perdere” la vita per Cristo, secondo la logica del dono, del sacrificio. Con Cristo non perdiamo nulla!». Dal vangelo secondo Matteo (Mt 8, 18-22) In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva.  Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».  E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».