Per non ripiombare nella notte...


«Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Oggi, Signore, voglio fare mia questa preghiera: la preghiera di Cleopa e dell'altro discepolo senza nome, al cui posto potrei mettere me stesso. Sì, perché se tu non resti con noi ripiombiamo nell'oscurità della notte, veniamo sopraffatti dalle tenebre. E nel buio non siamo capaci né di camminare né di riconoscere il volto dell'altro che, da compagno, il sospetto trasforma in temibile avversario. La paura ci assale e ci paralizza, non ci lascia intravvedere il presente tanto meno il futuro, cancella ogni speranza. Con te, invece, gli occhi si aprono, il cuore arde e i piedi mettono le ali. Recita un frammento di un probabile antico inno battesimale, riportato da S. Paolo: (Ef 5,14):

Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà.

Ecco, questo è l'invito e la promessa che tu Signore rilanci anche a me, perché il mio cuore continui ad ardere e non si spenga. Perché la tua luce illumini anche il volto del mio fratello e mi permetta di riconoscerlo come tale. Perché il pane che tu spezzi per noi mi tolga la paura di condividere la mia vita con chi ha "fame".


Dal vangelo secondo Luca (Lc 24, 13-35).
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

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