Oltre l'anoressia dell'anima...


Il "mangiare" è uno dei bisogni fondamentali della vita. Ad esso è collegata l'attività più importante dell'uomo, in termini di quantità tempo e di risorse impiegate: la ricerca del cibo, mediante il lavoro. Ma è evidente che questo non basta a saziare. C'è una fame più profonda: fame di vita, desiderio di "cielo", anelito di libertà dai bisogni. Niente di più deprimente per l'uomo che portare la morte dentro - "...non avete in voi la vita" - una sorta di "anoressia" spirituale, patologia dell'anima tristemente diffusa di questi tempi. "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui": il vero nutrimento dell'uomo è quello che lo raggiunge alla profondità dell'anima. E ciò che sazia l'intimo della persona è l'amore: quello che spinge Gesù a dare se stesso... "Prendete e mangiate, questo è il mio corpo dato per voi". E l'amore è promessa di eternità... La lascia intravvedere, fin da ora.
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Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 52-59). 
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.   

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