Non siamo perduti

Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù offre un pane terreno che sazia... e quando Egli si presenta come pane della vita indica un pane che non solo sazia, ma anche disseta: un nutrimento completo, che non ha bisogno d'altro! Dunque, via ogni preoccupazione! Siamo stati affidati alle cure premurose del Signore, in cui possiamo trovare la felicità piena: "Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me". E, come è accaduto per il pane e i pesci avanzati, Gesù utilizza lo stesso verbo "perdere": "... che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato". Per quanti difetti e per quante colpe possiamo avere, la consapevolezza che ognuno, a modo suo, è speciale ai suoi occhi, donano una serenità e un coraggio immenso nell'affrontare le difficoltà della vita! E' la consapevolezza di poter essere un dono, sempre e comunque, per qualcuno! Non è necessario essere perfetti, è sufficiente lasciarci amare così come siamo. Stiamo pure sicuri che Egli non ci caccerà fuori! Oggi, dunque, lasciamoci nutrire, lasciamoci amare da Colui che non ci vuole perdere... a tutti i costi.
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Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 35-40).
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 

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