Oltre il pregiudizio


"E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" (Albert Einstein). I parametri con cui giudichiamo l'altro sono spesso insufficienti e non vanno oltre alla superficie. Nella cultura del sospetto in cui siamo immersi, non abbiamo la pazienza dell'ascolto e non siamo disposti a lasciarci stupire dagli elementi di novità nascosti  nell'altro. Spesso non siamo capaci di abbattere il diaframma di uno schema precostituito in cui incasellare e definire l'altro. Da qui la sfiducia e l'incredulità. La stessa sorte è toccata a Gesù. Oggi lavoriamo un po' per dare una spallata alle barriere, forse tante, che anche inavvertitamente abbiamo innalzato verso l'altro... Forse avremo delle sorprese!


Dal vangelo secondo Marco (Mc 6, 1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

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