Una vita "fosforescente"


Dal contesto in cui si inserisce, il brano del vangelo di oggi mette al centro dell'attenzione la Parola. Essa esige ascolto ("Fate attenzione a quello che ascoltate...") e va posta in alto perché brilli come lampada ("Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" - Sal 118,105). E qui, ovviamente, entra in gioco ciascuno di noi: ricevitori e trasmettitori della Parola. Tuttavia non semplici strumenti passivi. La Parola ricevuta e ascoltata, infatti, può essere davvero trasmessa se "attiva" la trasformazione della nostra personale esistenza. Sarà dunque non la bocca, ma la nostra stessa vita a "parlare". Un po' come accade, per fare un paragone, con quegli oggetti fosforescenti che esposti alla luce brillano nel buio. Non trattengono la luce, non sono "spegnitoi", ma la ridonano. E' così, credo, che possiamo comprendere le seguenti espressioni di Gesù: "Io sono la luce del mondo..." (Gv 8,12) e "Voi siete la luce del mondo..." (Mt 5,14). Solo se ci esponiamo alla luce possiamo diventare luce. Buona, luminosa, giornata... oltre la nebbia!


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,21-25).
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

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