"Oggi..." (non ieri)


«Oggi...». L'"oggi" di Gesù nella sinagoga di Nazareth non è il nostro "ieri". Quell'oggi è anche il nostro oggi. L'evento dell'incarnazione del Figlio di Dio, il suo assumere su di sé la nostra carne mortale, lo ha reso, una volta per sempre, nostro "contemporaneo". In lui si compiono le promesse antiche. Con Gesù l'attenzione si sposta ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi: Egli dona a tutti liberazione e salvezza! Per accoglierlo occorre che abbandoniamo la presunzione di farcela da soli, di procurarci la salvezza con le nostre stesse mani. Si tratta di prendere coscienza che la "povertà" è la condizione esistenziale vera dell'uomo, che, contrariamente al mito del self made man, ha bisogno di levare le mani al Cielo. Ma in questo, Dio, nella sua condiscendenza, ci ha facilitato il compito perché Egli ha piegato il Cielo sulla terra, si è chinato su di noi. Dice il Salmo 113 (112): Chi è come il Signore, nostro Dio, /che siede nell'alto / e si china a guardare / sui cieli e sulla terra? / Solleva dalla polvere il debole, / dall'immondizia rialza il povero. Tutto questo si avvera in Gesù Cristo:  «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Dalla consapevolezza di un dono così grande, nasce il compito per ciascuno di noi di fare altrettanto verso il prossimo, in particolare quello che tende le mani verso di noi perché misero e oppresso. Buona giornata, in compagnia di questa Parola!


Dal vangelo secondo Luca (Lc 4, 14-22)
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; 
per questo mi ha consacrato con l’unzione 
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, 
a proclamare ai prigionieri la liberazione 
e ai ciechi la vista; 
a rimettere in libertà gli oppressi 
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?".

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