Ci vuole l'humus!


Il seme ha bisogno del giusto habitat per manifestare tutte le sue potenzialità. Sicuri del fatto che è Dio che fa crescere, a noi è affidata la custodia del terreno, la cura del seme e del tenero germoglio. Il seme è forte, ma ciò che lo rende vulnerabile, fragile e perfino inefficace sono le caratteristiche del terreno e tutto ciò che lo può infestare. Un consiglio: in questa pratica quotidiana di accogliere il seme della Parola verifichiamo, giunti a sera, quale fine ha fatto... Proviamo a vedere se non è stato oggetto di razzìa (da parte di Satana), se ha messo radice o il germoglio si è appassito di fronte a una fatica, se gli "affanni" della vita l'hanno reso sterile... oppure se ha dato frutto e in quale misura... A sera, sarà l'occasione per chiedere al Signore di non stancarsi a seminare ancora, mentre ci apprestiamo a preparare l'humus per accogliere seme sempre nuovo. E ricordiamolo: condizione indispensabile per preparare la terra è... l'umiltà (deriva da humus!).
Per un commento alla parabola del seminatore, rimando anche a quello già pubblicato sul corrispondente racconto nel vangelo secondo Luca (8,4-15) [Clicca qui].


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20).
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

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