L'attimo senza fine dell'amore

La pagina evangelica di oggi è una finestra aperta sul futuro dell'uomo: la risurrezione. La fede della Chiesa nella risurrezione dei morti (CCC 988-1019) non è un dettaglio di poco conto se fa dire a Paolo: "Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede..." (1Cor 15,16-17). Gesù, nella disputa con alcuni della setta dei sadducei, afferma la discontinuità tra la vita terrena ("i figli di questo mondo") e la vita futura ("figli della risurrezione"). Attenzione però: c'è una differenza tra la risurrezione di vita ("quelli che sono giudicati degni della vita futura") e la risurrezione di condanna che conduce alla seconda morte, quella inappellabile e definitiva (cfr. Gv 5,29). Inoltre i figli della risurrezione sono "uguali agli angeli": succederà infatti che "questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità" (1Cor 15,53). Il prendere moglie e il prendere marito sono realtà destinate al superamento, ma non l'amore! Tutto passa, ma l'amore resta. Straordinaria,  mi sembra,  l'espressione usata dal catechismo per i giovani Youcat a proposito della descrizione di "Cielo" e di vita eterna: è l’attimo senza fine dell’amoreNon ci resta che puntare ogni attimo su ciò che neanche la morte potrà mai portarci via; tutto il resto è dettaglio trascurabile.


Dal vangelo secondo Luca  (Lc 20, 27-40)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. 

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