La gestazione...


Non lasciamoci ingannare dal linguaggio, perché il vangelo di oggi annuncia una speranza! «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Il fatto è che Gesù più che della fine ci parla di un fine della storia, più che della fine del mondo ci annuncia la fine di un mondo. Niente paura, non ho intenzione oggi di mettermi a fare un gioco parole, ma di riflettere sul senso della storia e della vita in questo mondo. Mi servirò di una metafora, quella della gestazione di un bambino e dell'attesa del parto, anche se solo chi è mamma potrebbe farlo in modo adeguato. Le espressioni apocalittiche che Gesù usa, riguardo alla sorte di Gerusalemme e dei popoli della terra, assomigliano alla descrizione del tempo affascinante e delicato della gravidanza. La donna  vive i giorni dell'attesa con trepidazione e gioia in vista del momento del parto. Tutto è vissuto in funzione di quel giorno. La futura mamma è pronta a sopportare ogni cosa pur di custodire e difendere la vita che si sviluppa nel suo grembo. Il parto è la vita che nasce dal dolore, dall'ansia, perfino dall'angoscia. La venuta alla luce di un bambino assomiglia all'evento pasquale: la vita che nasce dalla morte. San Paolo dice chiaramente che la creazione stessa geme e soffre le doglie del parto (cfr. Rom 8,22). Perciò l'atteggiamento giusto di chi attende è custodire con perseveranza ciò che sta per nascere. Tutto va vissuto in funzione del nuovo che nasce. E questa è la speranza cristiana fondata sulla promessa di Cristo morto e risorto:
Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. (Rom 8,24-25).

Dal vangelo secondo Luca  (Lc 21, 20-28).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 

Commenti

Post popolari in questo blog

Mai confondere l'errore con l'errante

Continua a giocare!

"O meraviglioso scambio!"