Facciamo la rivoluzione?

Ricordo una conversazione avvenuta tanti anni fa, mentre ero studente a Roma, con un giovane prete catanese. Egli mi raccontava quanto fosse sentita nella sua diocesi la festa della patrona Sant'Agata. Non potevo credere alle mie orecchie quando mi disse che i boss locali della mafia sedevano ai primi posti nelle celebrazioni in cattedrale. "Com'è possibile?!", gli chiesi scandalizzato (all'epoca ero un idealista!), ed egli candidamente mi rispose: "Ma è normale, è cosa che tutti sanno!". Ecco, è così che quando incontro il brano di vangelo che segue, mi ritorna in mente questo racconto per me allucinante. Ma venendo a noi, l'immagine del banchetto, della gerarchia dei posti da occupare e della lista degli invitati, è potentissima e fa riflettere sulle modalità delle nostre relazioni quotidiane. L'umiltà e la gratuità sono due categorie che sembrano escluse dall'arena in cui si scatena la lotta di ogni giorno. Eppure assumerle come nostre, modellare la nostra vita sulla base di esse, è la vera sfida da accettare per chi vuole realmente cambiare le cose. Si tratta non di andare come gira il mondo, ma di navigare controcorrente. Questa sì che è rivoluzione! (Perdonatemi: mi accorgo che sono ancora idealista!).


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1.7-14)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti".

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