"Così mi sentivo prima... Così mi sento oggi"

"Se uno viene a me e non mi ama più di quanto... non può essere mio discepolo". Le parole di Gesù potrebbero indurre a pensare che la sua sia una sorta di "gelosia" che mortifica le più diverse espressioni di amore che l'uomo sperimenta. Non è così. La differenza sostanziale sta tra l'amare per se stessi e l'amare in Cristo Gesù. La prima forma di amore è fragile e precaria perché si basa sulle proprie esclusive risorse (esauribili!) e alla fine se ne può rimanere profondamente delusi. La seconda forma di amore passa per Cristo che abilita ad un amore che va oltre ed è inesauribile. Si tratta di rinunciare agli "averi", intesi come amore di possesso per seguire un amore senza proporzioni. A tal proposito mi ha colpito un racconto ascoltato da un prete: «Al termine di un incontro di catechismo, in cui avevo sottolineato che l’amore cristiano è sempre “cattolico”, cioè universale, una bambina mi consegnò, come sintesi della “lezione”, un foglio. Era diviso in due: in una parte aveva disegnato il mondo con dentro un piccolo cuore rosso e vicino c’era una frase: “così ero io prima”. Nell'altra parte, invece, compariva un grande cuore rosso che conteneva il mondo e accanto aveva scritto: “così mi sento oggi”». Buona giornata!

Dal vangelo secondo Luca (Lc 14, 25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: 
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. 
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. 
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». 

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