Non siamo migliori


Due fatti di cronaca, simili a quelli che possiamo apprendere anche oggi ascoltando un notiziario o sfogliando un giornale, danno a Gesù l'opportunità di rinnovare l'invito all'urgenza della conversione. Come a quei tempi, ancora oggi siamo tentati di trovare giustificazione in tanta violenza che si abbatte sull'uomo in un intervento punitivo di Dio. Non è questo il punto, quasi che coloro che scampano il pericolo potessero per questo considerarsi migliori. No: non siamo né migliori, né più fortunati! Il punto è: guarire dalla miopia spirituale! Avere occhi che sanno guardare lontano: al fine della storia, della mia personale storia e di quella dell'uomo sulla terra. E il fine dell'uomo è Dio: lì troviamo la nostra vera "casa". Il tempo che viviamo è breve, sempre troppo breve, ma è il tempo favorevole per portare frutto, per decidersi per Dio... Chiediamo al Signore che guarisca la nostra vista: ciò che è ad un palmo dal nostro naso non ci distragga dall'altezza, dall'ampiezza e dalla profondità del grande mistero verso il quale viaggiamo, e cioè: il regno dei cieli. Buona domenica!

Drammatica esplosione ad Aleppo (Siria)
Dal vangelo secondo Luca  (Lc 13, 1-9).
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». 

Commenti

  1. I. La vita dell'uomo - conoscere e amare Dio

    1 Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura bontà, ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Per questo, in ogni tempo e in ogni luogo, egli è vicino all'uomo. Lo chiama e lo aiuta a cercarlo, a conoscerlo, e ad amarlo con tutte le forze. Convoca tutti gli uomini, che il peccato ha disperso, nell'unità della sua famiglia, la Chiesa. Lo fa per mezzo del Figlio suo, che nella pienezza dei tempi ha mandato come Redentore e Salvatore. In lui e mediante lui, Dio chiama gli uomini a diventare, nello Spirito Santo, suoi figli adottivi e perciò eredi della sua vita beata.

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