Una fede esigente e personale


Il passaggio dalla domanda generica, quasi fosse un moderno rilevamento di sondaggio, alla domanda personale sull'identità di Gesù è significativo non solo per Pietro, ma per chiunque voglia dirsi discepolo di lui in ogni tempo. Quindi devo ritenere che la domanda sia rivolta anche a me. Gesù mi chiede di espormi personalmente dinanzi a lui: non basta una generica adesione al pensare collettivo. La risposta di fede di Pietro e di ciascuno di noi è impegnativa ed esigente, inoltre, perché comporta la fede in colui che annuncia la sua passione, morte violenta e risurrezione. Vale a dire che la fede in Cristo non può fare a meno del suo centro che è il mistero pasquale. Non è sufficiente per dichiarare la fede in lui la semplice condivisione dei suoi ideali di fratellanza e di amore universale... Buona giornata!


Dal vangelo secondo Luca (Lc 9, 18-22).
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». 
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».   

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