La salvezza da una sola parola


La fede del centurione, un uomo del potere di Roma dominante ma buono e giusto, "impressiona Gesù" e suscita la sua ammirazione. L'espressione, riportata dai vangeli, diventerà così celebre tra i cristiani da entrare nella liturgia eucaristica stessa laddove, prima di ricevere il pane eucaristico, i fedeli affermano: "O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato". Fede, quindi, significa "accogliere" il Signore che salva: egli si degna di entrare nella casa dei peccatori, anzi li preferisce perché sono essi che hanno bisogno di guarigione. La nostra preghiera semplice di oggi potrà essere: "Vieni, Signore Gesù!". Buona giornata!


Dal vangelo secondo Luca (Lc 7, 1-10).
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. 
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 
All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. 

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