La cernita


Il brano evangelico di oggi ci propone l'ultima delle sette parabole sul regno presentate nel capitolo 13 di Matteo. L'immagine usata è anch'essa attinta alla vita quotidiana degli ascoltatori che, abitando nei pressi del lago di Tiberiade (o di Galilea), vivono di pesca. Anche questa immagine, con la cernita dei pesci buoni separati da quelli cattivi, evoca la serietà del giudizio finale. Gesù finalmente domanda alla folla se ha capito "tutte queste cose". La risposta è: "Sì". Il punto è: diventare "discepoli del regno", che hanno compreso come diventarne "cittadini". Recita un testo della liturgia della chiesa:
"Nella pienezza dei tempi hai mandato tuo Figlio, ospite e pellegrino in mezzo a noi, per redimerci dal peccato e dalla morte; e hai donato il tuo Spirito, per fare di tutte le nazioni un solo popolo nuovo che ha come fine il tuo regno, come condizione la libertà dei tuoi figli, come statuto il precetto dell'amore". (Prefazio comune VIII).
L'ingresso nel regno è puro dono dall'alto, la condizione per rimanervi è accettare di vivere secondo la sua legge fondamentale, quella dell'amore.


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 13, 47-53).
In quel tempo, Gesù disse alla folla: “Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. 
Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”. 
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

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