Il tributo della fede


Gesù non si sottrae a nessuna legge e istituzione umana, quindi neanche alla norma che impone il pagamento del tributo a favore del tempio di Gerusalemme, il centro della religiosità ebraica. Ma Egli offrirà ben più di una moneta d'argento, perché con l'immolazione della Croce, diventerà Egli stesso tempio, vittima e sacerdote. Egli è il tempio nuovo. E' Lui che si dona totalmente a noi e ci introduce nella casa del Padre. Se c'è un tributo che ora dobbiamo versare è quello dell'obbedienza della fede, che è fiducia totale in Dio.

Ricostruzione del tempio di Gerusalemme
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 17, 22-27).
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». 
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». 
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

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