Il timor di Dio


La Parola di oggi non deve incutere paura, ma mettere "timor di Dio", questo sì! Quel senso di attaccamento fedele, di premura e sollecitudine nel servire il Signore, riconosciuto come il senso del proprio vivere da cui non potremmo mai separarci, pena: vedere cadere nel vuoto la propria vita. Questo amore per il Signore e il servizio fedele a Lui non ammettono distrazioni, superficialità, sfrontatezze... Tanto più quanto più si è posti dal Signore stesso "a capo" di altri. Gesù parla di "servo", messo a capo dei domestici "per dare loro cibo". Lo definisce "beato" se sarà trovato al suo posto. Non è forse Gesù stesso il modello a cui guardare per capire come vivere da "servo"? "...Il Figlio dell'uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45).


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 24, 42-51).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. 
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

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