Un peso dolce e leggero


Gesù libera dalla pesantezza della Legge, aggravata dalle osservanze aggiunte dai farisei, fatta di prescrizioni minuziose. Dirà ancora il Maestro degli scribi e dei farisei: "Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito" (Mt 23,4). Il ristoro che Gesù promette è la misericordia che libera e ricrea. Egli ci chiede di imparare da Lui unicamente la legge dell'amore, l'unica in cui trovano senso anche le leggi antiche. L'amore richiede di accettare il giogo della morte di sé, ma è un peso dolce e leggero perché l'unico capace di appagare in profondità il cuore dell'uomo. Perché, come ci ricorda il beato Giovanni Paolo II nell'enciclica "Redemptor hominis", 
L'uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l'amore, se non s'incontra con l'amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò appunto Cristo Redentore rivela pienamente l'uomo all'uomo stesso (RH, 10).

Dal vangelo secondo Matteo (Mt 11, 28-30).
In quel tempo, Gesù disse: 
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

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