Logica rovesciata

Oggi è la festa di S. Giacomo e il mio pensiero va a otto anni fa, quando di questi giorni compievo l'emozionante pellegrinaggio a Santiago de Compostela in mountin bike, incontrando migliaia di pellegrini, soprattutto a piedi, lungo le strade e i sentieri. Se il Signore mi concederà salute, spero davvero di poter ripetere l'esperienza in futuro.
Il vangelo proposto nella liturgia della festa è una di quelle pagine che illuminano il senso dell'essere discepoli di Gesù. La dinamica dei fatti è molto interessante e moderna, direi. Da una parte una mamma che - come si sa - vuole sempre il meglio per i figli e finisce per impicciarsi pesantemente della loro vita e del loro futuro, scegliendo il ben noto mezzo della raccomandazione. Dall'altra gli altri dieci apostoli che si indignano per il tentato sorpasso sleale ai loro danni. Colpisce la pedagogia paziente di Gesù. Egli deve un po' alla volta demolire la mentalità mondana di cui inevitabilmente sono impastati i discepoli. Lo farà offrendo se stesso come modello vivente da imitare. Gesù anticipa il suo destino pasquale a cui saranno associati i figli di Zebedeo, in particolare Giacomo. Egli infatti sarà, secondo la tradizione, il primo a testimoniare con il sangue la sua fedeltà a Cristo morendo martire a Gerusalemme attorno all'anno 42. Molto interessante e di costante grande attualità è poi la differenza che Gesù presenta tra la mentalità dei governanti e capi di questo mondo e quella dei discepoli: "Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo". Immaginiamo rapporti all'interno della comunità ecclesiale vissuti così... Quanta conversione è ancora necessaria! Immaginiamo discepoli di Gesù impegnati nella società civile e nella politica che vivono così... Uno di questi lo fu Alcide De Gasperi di cui in questi giorni è stata ricordata la seguente frase: "Il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle future generazioni".




Dal vangelo secondo Matteo (Mt 20, 20-28).
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

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