La missione


Gesù chiama "a sé" i dodici discepoli per poi inviarli in missione (da cui il termine "apostoli"). L'obiettivo è l'annuncio del regno dei cieli, accompagnato da segni che lo manifestano. Il regno "vicino" indica la presenza di Gesù che, facendosi carne, avvia il processo inarrestabile di trasformazione e redenzione del mondo liberandolo dalla corruzione della morte. La Parola accolta trasforma e salva, il suo rifiuto, al contrario, decreta il dominio della morte. La Parola ricevuta e accolta diventa a sua volta responsabilità a ridonarla e annunciarla: non può essere un dono trattenuto. La missione dei dodici, dunque, dal momento che abbiamo ricevuto in dono il battesimo, ci riguarda e coinvolge: se anche noi gratuitamente abbiamo ricevuto, allora, strada facendo ...


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 10, 7-15).
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. 
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». 

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