Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!


L'atteggiamento degli abitanti di Nazaret mi mette un po' di spavento se penso a quello che può accadermi. Mi spiego: da un lato essi hanno una grande familiarità con Gesù, lo hanno visto crescere in mezzo a loro, ne conoscono la famiglia certamente stimata, lo avranno visto frequentare la sinagoga da sempre. Inoltre manifestano ammirazione per le parole del suo insegnamento, pendono dalle sue labbra... Dall'altro lato però tale familiarità si trasforma in un muro di indifferenza e di rifiuto. L'incredulità toglie lucidità al loro sguardo. Ebbene: anch'io posso dire di essere cresciuto con Gesù, di avere familiarità con Lui, ma mi rendo conto che non basta. Anch'io rischio di trasformare la familiarità in routine, in perdita di stupore di fronte alla persona di Gesù e al suo vangelo. L'incredulità minaccia anche me stesso, che ho ricevuto il battesimo a distanza di meno di 24 ore dalla mia nascita, che servo la chiesa da 19 anni del mio essere prete. Io, e tutti coloro che appartengono alle terre di antica evangelizzazione, abbiamo bisogno di una scossa che ci desti dal torpore di una fede intorpidita e ingiallita dal tempo. Abbiamo bisogno di avvertire operante qui e ora la salvezza che viene da Cristo. Risuonano attuali le parole del beato Giovanni Paolo II all'inizio del suo pontificato: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!".


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6).
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

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