Un gusto nuovo


Non mi avventurerò in un commento del "Padre nostro". E' una preghiera che, forse più volte al giorno, viene modulata dalle nostre labbra, ma che non dovrebbe mai cessare di stupirci. Innanzitutto è l'unica preghiera che abbiamo appreso da Gesù stesso. Qui dentro c'è tutto il vangelo. E' una preghiera sobria, senza spreco di parole: il Padre sa già di cosa abbiamo bisogno. Efficacemente Sant'Agostino dice che lo scopo della preghiera è ravvivare in noi il desiderio di ricevere dal Padre ciò che Egli ha già deciso di darci. E' una preghiera al plurale: il Padre non è "mio", ma "nostro". La fede cristiana include il fratello. Dire "Padre nostro" include la consapevolezza di sentirci tutti figli di un solo Padre e quindi fratelli. E' una preghiera che ci libera dalle strettoie del nostro io, anche laddove invochiamo il "sia fatta la tua volontà": non "mia" né "nostra", ma "tua". E ci conviene, perché, checché ne pensiamo, il fare la "sua" volontà è il meglio che ci possa accadere, anche se spesso al nostro sguardo limitato ci appare incomprensibile se non assurda.  Il "Padre nostro" è detto in verità, e quindi vale, se comprende il perdono: la disponibilità a darlo e a riceverlo insieme. Se così non fosse le parole di Gesù sulle nostre labbra risulterebbero vuote. Affidarsi al Padre, significa poggiare la vita su una roccia sicura, significa trovare in Dio lo scudo di difesa da ogni attacco del maligno. E siccome siamo tentati da tutte le parti, gli domandiamo di non mollarci alle nostre distrazioni, ma di continuare a pronunciare, anzi a gridare il nostro nome, finché non solleviamo di nuovo il nostro sguardo verso il Padre nostro che è nei cieli. Oggi proviamo a pregare lentamente il Padre nostro per meditarlo parola per parola. Un esercizio che suggerisco è prendere carta e penna e trascriverlo passo dopo passo. Proveremo un gusto nuovo nella pronunciare la preghiera del Signore.


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 6, 7-15).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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