"Ma voi, chi dite che io sia?"


Gli apostoli Pietro e Paolo, colonne della Chiesa, diversissimi tra loro, sono associati in un'unica festa. Entrambi hanno reso la testimonianza più alta a Cristo nel martirio subito a Roma. Sarebbe presuntuoso in poche righe dire la grandezza di tali apostoli, che non consiste tanto in loro particolari doti umane, ma nella fede riposta da entrambi in Gesù Cristo. "Tu sei il Cristo", professa con vigore Pietro, e su questa fede il Maestro affida la custodia della "Sua" Chiesa e del regno alle fragili mani di un uomo. "Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa": la storia di duemila anni ce lo conferma, nonostante le fragilità degli uomini di chiesa, perché si tratta della "Sua" Chiesa appunto. Tuttavia Pietro e Paolo ci dicono che la grazia che ha agito in loro è più forte delle debolezze umane. La stessa forza della fede, professata e testimoniata fino all'effusione del sangue da Pietro e Paolo, può e deve sostenere la nostra vita. "Ma voi, chi dite che  io sia?".


Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16, 13-19).
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». 
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 

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