L'occhio penetrante di Dio


La perfezione che Gesù domanda, "come" quella che è nel Padre, ci appare l'avanzamento di una pretesa assurda. Come può farci una richiesta simile? Innanzitutto bisogna notare che quel "siate perfetti" non rende bene l'originale verbo greco che parla di un telos, un fine verso cui tendere, un'espressione quindi che contiene in sé un elemento di cammino, di dinamicità. In sostanza Gesù propone ai suoi discepoli, quindi a noi, un cammino di libertà per aprirci spazi all'amore senza confini. L'amore "sconfinato" di Dio diventa l'orizzonte verso il quale viaggiare. Non ci sono più steccati e confini che reggono, l'amore non fa preferenza di persone. L'amore del nemico è l'emblema dell'amore "senza se e senza ma": è un amore che non guarda in faccia a nessuno, perché guarda negli occhi e penetra nell'anima di ognuno - anche nemico - fino a scorgervi nelle profondità del suo essere la presenza stessa di Dio. E' così che ci guarda Dio, è così che Dio ci chiede di guardare il nostro simile. E' una rivoluzione!


Dal vangelo secondo Matteo (Mt 5, 43-48).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». 

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