La custodia del cuore


Maria è modello per noi della difficile arte della "custodia del cuore". In un'epoca dominata dal chiasso, dal frastuono, dalle mille sollecitazioni che ci tirano e ci di-vertono (nel senso letterale di dirigere la vita verso mete sempre diverse, ma infine insoddisfacenti), è difficile ancorare la vita a un centro solido e stabile. La posta in gioco è grande: la vita senza un centro rischia di dissiparsi e impazzire. Maria è con-centrata in Dio, nella sua volontà, di fronte alla quale non si smarrisce, ma si affida. La custodia del cuore vuol dire allora non perdere di vista il centro, attorno al quale tutto trova il giusto senso. Facciamo tacere i rumori, cerchiamo il silenzio... per ascoltare il cuore e apprendere il ritmo della vita.


Dal vangelo secondo Luca (Lc 2, 41-51).
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 

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