Vivere "scorzati"


Le immagini della vite, della vigna, del vignaiolo sono molto familiari alla Sacra Scrittura, sia Antico che Nuovo Testamento. Ma quella del vangelo di Giovanni al capitolo 15 è senz'altro la più espressiva di tutte. Ho impresso nella mia memoria un ricordo della mia infanzia. Ogni estate trascorrevo una settimana dai nonni materni. Nonno Primetto mi portava sempre con sé in campagna. Una volta doveva fare l'innesto ad un albero da frutto (non ricordo più di quale specie) selvatico, affinché potesse produrre frutti buoni. Rimasi ammirato dalla sua maestria. Con un coltellino affilato praticò una piccola incisione a forma di T nella corteccia del giovane fusto, nè allargò con delicatezza i due lembi e vi innestò sul vivo un "occhiello", un germoglio, anch'esso scorzato, tratto dall'albero dai frutti buoni. Infine "fasciò" la ferita con dei filamenti naturali, rafia probabilmente. Da quel momento la linfa vitale poteva passare dalle radici al fusto e portare nutrimento al germoglio inserito nell'innesto. Si trattava ora solo di aspettare con pazienza fino a che l'albero avrebbe dato il suo primo buon raccolto. Così è del nostro rapporto con il Cristo e fra di noi suoi discepoli. Solo che in questo caso Gesù è l'albero dalle salde radici e dal fusto capace di buoni frutti e noi siamo il germoglio che, senza essere innestati in Lui, vero albero della Vita ("... senza di me non potete far nulla"), siamo al massimo capaci di dare frutti selvatici amari e senza sapore. Il primo, fondamentale, innesto in Cristo lo abbiamo ricevuto nel Battesimo: siamo rinati dall'acqua e dallo Spirito che agiscono in noi come linfa vitale. Crescendo, tuttavia, se non continuiamo ad aver cura dell'innesto e non ci lasciamo potare dal divino agricoltore, rischiamo la sclerosi dei vasi linfatici fino al limite dell'infarto, e il ramo o il tralcio va in necrosi, si secca e non è buono ad altro che ad essere tagliato e bruciato. Dobbiamo perciò accettare di essere "scorzati" sul vivo, di essere costantemente potati, purificati dall'obbedienza (= ascolto e messa in pratica) alla Parola che Gesù ci ha annunciata. La Parola ascoltata e vissuta permette allo Spirito di Cristo di fluire abbondantemente nella nostra vita. Gesù, sulla Croce, si è lasciato "scorzare" vivo per amore: dal suo costato escono sangue e acqua (battesimo ed eucaristia) che alimentano la vita dei suoi discepoli. Un effetto  visibile di tutto questo nella vita dei cristiani è (dovrebbe essere) non solo l'inserimento in Cristo, ma anche la loro unione reciproca nell'amore. Nella misura in cui ci lasciamo "scorzare" dal vangelo, diventiamo uno con Cristo e fra di noi. Affascinate la vita cristiana, no?



Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 1-8).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Commenti

Post popolari in questo blog

Mai confondere l'errore con l'errante

Continua a giocare!

"O meraviglioso scambio!"