Visita questa vigna!


La liturgia di oggi ci propone lo stesso brano evangelico di domenica scorsa sull'immagine della vite e dei tralci (Gv 15, 1-8). Per il commento rimando al post "Vivere scorzati".

Pongo perciò alla vostra attenzione e preghiera un salmo di lamentazione, in cui ritorna l'immagine della vite, sulla sorte di Israele minacciata da una potenza straniera. Segue un commento proprio al vangelo odierno di un antico Padre della Chiesa.

Salmo 80


Tu, pastore d'Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Seduto sui cherubini, risplendi


davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.


O Dio, fa' che ritorniamo,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.


Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?


Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.


Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi.


Dio degli eserciti, fa' che ritorniamo,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.


Hai sradicato una vite dall'Egitto,
hai scacciato le genti e l'hai trapiantata.


Le hai preparato il terreno,
hai affondato le sue radici
ed essa ha riempito la terra.


La sua ombra copriva le montagne
e i suoi rami i cedri più alti.


Ha esteso i suoi tralci fino al mare,
arrivavano al fiume i suoi germogli.


Perché hai aperto brecce nella sua cinta
e ne fa vendemmia ogni passante?


La devasta il cinghiale del bosco
e vi pascolano le bestie della campagna.


Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,


proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.


È stata data alle fiamme, è stata recisa:
essi periranno alla minaccia del tuo volto.


Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.


Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.


Signore, Dio degli eserciti, fa' che ritorniamo,
fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.




Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d'Alessandria, vescovo   (Lib. 10, 2; PG 74, 331-334)

Io sono la vite, voi i tralci
Il Signore dice di se stesso di essere la vite, volendo mostrare la necessità che noi siamo radicati nel suo amore, e il vantaggio che a noi proviene dall'essere uniti a lui. Coloro che gli sono uniti, ed in certo qual modo incorporati e innestati, li paragona ai tralci. Questi sono resi partecipi della sua stessa natura, mediante la comunicazione dello Spirito Santo. Infatti lo Spirito Santo di Cristo ci unisce a lui.
Noi ci siamo accostati a Cristo nella fede per una buona deliberazione della volontà, ma partecipiamo della sua natura per aver ottenuto da lui la dignità dell'adozione. Infatti, secondo san Paolo, «Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito» (1 Cor 6, 17).
Noi siamo edificati su Cristo, nostro sostegno e fondamento e siamo chiamati pietre vive e spirituali per un sacerdozio santo e per il tempio di Dio nello spirito. Non possiamo essere edificati se Cristo non si costituisce nostro fondamento. La medesima cosa viene espressa con l'analogia della vite.
Dice di essere lui stesso la vite e quasi la madre e la nutrice dei tralci che da essa spuntano. Infatti siamo stati rigenerati da lui e in lui nello Spirito per portare frutti di vita, ma di vita nuova che consiste essenzialmente nell'amore operoso verso di lui. Quelli di prima erano frutti marci di una vita decadente.
Siamo poi conservati nell'essere, inseriti in qualche modo in lui, se ci atteniamo tenacemente ai santi comandamenti che ci furono dati, se mettiamo ogni cura nel conservare il grado di nobiltà ottenuto, e se non permettiamo che venga contristato lo Spirito che abita in noi, quello Spirito che ci rivela il senso dell'inabitazione divina.
Il modo con il quale noi siamo in Cristo ed egli in noi, ce lo spiega san Giovanni: «Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito» (1 Gv 4, 13). 
Come la radice comunica ai tralci le qualità e la condizione della sua natura, così l'unigenito Verbo di Dio conferisce agli uomini, e soprattutto a quelli che gli sono uniti per mezzo della fede, il suo Spirito, concede loro ogni genere di santità, conferisce l'affinità e la parentela con la natura sua e del Padre, alimenta l'amore e procura la scienza di ogni virtù e bontà.

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