Il "quinto" vangelo


Siamo giunti alla conclusione del quarto vangelo, dove l'apostolo Giovanni , "quel discepolo che Gesù amava", mette la sua firma. Pietro, dopo il dialogo con Gesù e l'invito a seguirlo fino al martirio, si mostra curioso sul destino del condiscepolo che in effetti non morirà martire. Ciò che davvero importa è seguire il Maestro ciascuno per la sua originale e personalissima strada. L'autore del quarto vangelo deve mettere un punto alla sua narrazione che, in un certo senso, rimane aperta. Ora è il tempo in cui ogni credente, che vive il tempo dello Spirito e della Chiesa, deve scrivere il suo "quinto" vangelo con la propria vita di fede testimoniata e vissuta. Non un vangelo diverso, fatto a propria immagine e somiglianza, ma la propria unica e originale vita vissuta in conformità a Cristo e al suo vangelo. Scriveva Chiara Lubich, a proposito dell'importanza che per lei e le sue prime compagne a Trento avevano le parole di Gesù ascoltate e messe in pratica:
Se per ipotesi assurda tutti i Vangeli della terra venissero distrutti, noi desidereremmo vivere in modo tale che gli uomini, considerando la nostra condotta, potessero, in certo modo, riscrivere il Vangelo... (Chiara Lubich, La Parola di Dio, Città Nuova, Roma 2011, pag. 18).
Da dove vogliamo cominciare oggi? ... Coraggio, mettiamoci all'opera!

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 21,20-25).
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

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