Il diritto e il rovescio della medaglia


La morte di Gesù in Croce, la sua sepoltura nel grembo della terra e la sua risurrezione al terzo giorno è la gestazione e il parto nel dolore dell'uomo nuovo, il nuovo Adamo, che è Cristo Risorto. In Lui anche noi moriamo all'uomo vecchio fatto di terra e di peccato per rinascere creature nuove. 
San Paolo rilegge, attraverso la metafora della gestazione, l'intero cammino del cosmo, il suo stesso destino (vedi Rm 8,16-25): "Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi" (v. 22).
E' la logica pasquale, scritta nello stesso evento naturale del parto, che investe ogni cosa: è la legge della vita! Mi viene in mente una canzone di 28 anni fa del gruppo Gen Rosso dal titolo appunto: "La legge della vita" (clicca su Youtube per ascoltarla). Amarcord!... Era il 1984, l'anno della mia maturità, la prima volta che ascoltai questa canzone ad un concerto del complesso musicale!
Questa è la legge eterna, legge di Dio,
un Dio che per amore ha creato ogni cosa
ed ha nascosto amore, ed ha nascosto amore
dietro apparenze di morte e di dolore.
Amore (gioia) e dolore sono come il diritto e il rovescio dell'unica medaglia.



Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 16, 20-23a)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». 


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