Dove cercarti?


3 Maggio, festa degli Apostoli Filippo e Giacomo.

Il brano evangelico di oggi ci propone in particolare il dialogo di Gesù con l'apostolo Filippo, il quale osa esprimere al Signore il desiderio più grande che ha: "Mostraci il Padre e ci basta". Egli, in qualche modo, dà voce al desiderio - spesso inconsapevole ed inespresso - che abita in ciascuno di noi (notare quel "ci", al posto del "mi" che ci aspetteremmo di trovare). La ricerca di Dio, del suo volto, è - in ultima analisi - la ricerca della felicità. C'è la possibilità che la ricerca non vada nel senso giusto, che le distrazioni ci portino lontano dall'incontro e dalla conoscenza di Colui che è più vicino a noi di quanto possiamo immaginare ("da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto?"). Significativa è l'esperienza della ricerca della felicità, e quindi di Dio, descritta da S. Agostino e raccontata nelle sue Confessioni
Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace. (Confessioni 10,27,38).
Come possiamo in concreto essere in comunione con Gesù, affinché il nostro operare sia un operare in Lui, affinché Egli ci conduca nel seno del Padre? Accogliendo in noi la sua Parola e mettendola in pratica: personalmente e comunitariamente (Gesù parla al plurale, si rivolge alla comunità dei discepoli). Operare nel Signore e domandare nel Suo nome è come dire che è Gesù stesso (tutti noi in, con e per Gesù) che opera ed è Lui che può ottenere dal Padre ciò che si domanda.
Sulla ricerca di Dio e la preghiera bello ancora un passaggio di S. Agostino:
Dove dunque ti trovai, per conoscerti? Certo non eri già nella mia memoria prima che ti conoscessi. Dove dunque ti trovai, per conoscerti, se non in te, sopra di me? Lì non v'è spazio dovunque: ci allontaniamo, ci avviciniamo, e non v'è spazio dovunque. Tu, la Verità, siedi alto sopra tutti coloro che ti consultano e rispondi contemporaneamente a tutti coloro che ti consultano anche su cose diverse. Le tue risposte sono chiare, ma non tutti le odono chiaramente. Ognuno ti consulta su ciò che vuole, ma non sempre ode la risposta che vuole. Servo tuo più fedele è quello che non mira a udire da te ciò che vuole, ma a volere piuttosto ciò che da te ode. (Confessioni 10,26,37).

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 14, 6-14).
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò». 

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