Vieni alla luce!


Il brano di vangelo proposto oggi è la terza ed ultima parte del dialogo tra Gesù e Nicodemo che, ricordiamo, era andato da Gesù "di notte". In effetti Nicodemo sembra essere uno che "abita" la notte, ma arde dal desiderio di vedere la "luce". Scrivo queste righe mentre il sole sta spuntando, dopo giorni di pioggia e tempesta; i primi raggi di sole stanno invadendo la mia stanza e... il mio cuore (inutile dire: siamo mediterranei!). Oggi risuonano in senso più forte le parole dell'inno pasquale: "Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra...! Quanto grande è la gioia di riconoscere che Gesù Risorto è la luce "che è venuta nel mondo"! Gesù nel dialogo con il curioso maestro d'Israele parla di "nascere dall'alto" e - nel brano oggi considerato - di "venire alla luce" (non usiamo forse queste parole per indicare un bambino che nasce?). Abbandonare la notte e andare verso la luce, una vita illuminata da Dio, vuol dire vivere, operare e agire "in" Lui. Significative al riguardo sono le seguenti parole di S. Paolo (Rm 13,11-14): "E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne". Un impegno per oggi: veniamo alla luce!


Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 3, 16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

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