Trasformati dall'Eucaristia


Oggi abbiamo un po' di pazienza: il linguaggio si fa duro, d'altronde lo ha detto a Gesù stesso la folla che  lo ascoltava, come vedremo domani.
La discussione animata tra i Giudei - si tratta di una vera e propria litigata - è comprensibile. I loro ragionamenti  non sono in grado di penetrare il senso autentico delle parole di Gesù. E' ancora S. Agostino che ci viene in soccorso:
E' la mia carne - dice - per la vita del mondo. I fedeli dimostrano di conoscere il corpo di Cristo, se non trascurano di essere il corpo di Cristo. Diventino corpo di Cristo se vogliono vivere dello Spirito di Cristo. Dello Spirito di Cristo vive soltanto il corpo di Cristo. Capite, fratelli miei, ciò che dico? Tu sei un uomo, possiedi lo spirito e possiedi il corpo. Chiamo spirito ciò che comunemente si chiama anima, per la quale sei uomo: sei composto infatti di anima e di corpo. E così possiedi uno spirito invisibile e un corpo visibile. Ora dimmi: quale è il principio vitale del tuo essere? E' il tuo spirito che vive del tuo corpo, o è il tuo corpo che vive del tuo spirito? Che cosa potrà rispondere chi vive (e chi non può rispondere, dubito che viva), che cosa dovrà rispondere chi vive? E' il mio corpo che vive del mio spirito. Ebbene, vuoi tu vivere dello Spirito di Cristo? Devi essere nel corpo di Cristo. Forse che il mio corpo vive del tuo spirito? No, il mio corpo vive del mio spirito, e il tuo del tuo. Il corpo di Cristo non può vivere se non dello Spirito di Cristo. E' quello che dice l'Apostolo, quando ci parla di questo pane: Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo (1 Cor 10, 17). Mistero di amore! Simbolo di unità! Vincolo di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere, ha di che vivere. S'avvicini, creda, entri a far parte del Corpo, e sarà vivificato. Non disdegni d'appartenere alla compagine delle membra, non sia un membro infetto che si debba amputare, non sia un membro deforme di cui si debba arrossire. Sia bello, sia valido, sia sano, rimanga unito al corpo, viva di Dio per Iddio; sopporti ora la fatica in terra per regnare poi in cielo (dall'Omelia n. 26).
E' sempre Sant'Agostino a dire, a proposito dell'Eucaristia, che mentre quando il nostro corpo assimila un cibo lo trasforma in sé attraverso il processo di assimilazione, per la comunione al corpo e al sangue di Cristo diversamente accade che quando ne mangiamo e beviamo siamo trasformati in ciò che mangiamo, nel Corpo stesso di Cristo. Attenzione: il Corpo di Cristo per Agostino, in accordo con San Paolo, è il "Cristo totale", cioè il Capo - Cristo stesso - e le membra (che siamo noi) unite e compaginate in Lui. Dice ancora il vescovo d'Ippona:
Poiché la mia carne è un vero cibo e il mio sangue vera bevanda (Gv 6, 56). Quello che gli uomini bramano mediante il cibo e la bevanda, di saziare la fame e la sete, non lo trovano pienamente se non in questo cibo e in questa bevanda, che rendono immortali e incorruttibili coloro che se ne nutrono, facendone la società dei santi, dove sarà la pace e l'unità piena e perfetta. E' per questo che, come prima di noi hanno capito gli uomini di Dio, il Signore nostro Gesù Cristo ci offre il suo corpo e il suo sangue, attraverso elementi dove la molteplicità confluisce nell'unità. Il pane, infatti, si fa con molti chicchi di frumento macinati insieme, e il vino con molti acini d'uva spremuti insieme (dall'Omelia n. 26).
Altro che il senso individualistico e intimistico in cui abbiamo concepito l'Eucaristia per secoli! Centro della chiesa è l’Eucarestia: la Chiesa fa l’Eucarestia, ovvero celebra il memoriale della morte e risurrezione di Cristo; ma al tempo stesso l’Eucarestia edifica la Chiesa. L’Eucarestia è il sacramento dove si costruisce la comunità cristiana: i diversi io che in essa convergono sono raccolti e trasformati in noiNe deriva come atto pratico la difesa e la ricerca strenua dell’amore per l’unità, nota caratteristica della Chiesa. A sua volta l’unità ecclesiale è il segno visibile della carità che unisce i fratelli. "Niente deve temere un cristiano, quanto l’essere separato dal corpo di Cristo" (S. Agostino).

Pieter Paul Rubens - Ultima Cena (part.), Museo diocesano di Ancona


Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 52-59). 
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.   

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