Dacci oggi la nostra fame quotidiana...


Per commentare il vangelo di oggi, non trovo di meglio che proporre il commento che ne fa il grande sant'Agostino (dall'omelia n. 26: clicca qui per il testo integrale).
Quando nostro Signore Gesù Cristo, come abbiamo sentito dalla lettura del Vangelo, affermò di essere lui il pane disceso dal cielo, i Giudei cominciarono a mormorare dicendo: "Ma non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come può dire dunque: Sono disceso dal cielo?" (Gv 6, 42). Essi erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame. Avevano la bocca del cuore malata; avevano le orecchie aperte ma erano sordi, vedevano ma erano ciechi. Infatti, questo pane richiede la fame dell'uomo interiore; per cui in altro luogo il Signore dice: Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, poiché essi saranno saziati (Mt 5, 6). E l'apostolo Paolo dice che la nostra giustizia è Cristo (cf. 1 Cor 1, 30). (...) Compie la legge - dice in maniera concisa l'Apostolo, - soltanto chi ama (Rm 13, 10): chi ama non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non la terra o il cielo, ma colui che ha fatto il cielo e la terra. Donde attinge, l'uomo, questo amore? Ascoltiamo lo stesso Apostolo: L'amore di Dio viene riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato (Rm 5, 5). Il Signore, che avrebbe donato lo Spirito Santo, affermò di essere il pane che discende dal cielo, esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane vivo, infatti, significa credere in lui. Chi crede, mangia; in modo invisibile è saziato, come in modo altrettanto invisibile rinasce. Egli rinasce di dentro, nel suo intimo diventa un uomo nuovo. Dove viene rinnovellato, lì viene saziato. 
Oggi pregherò il Signore così: non solo "dacci oggi il pane quotidiano", ma "dacci oggi la fame (quotidiana), quella dell'uomo interiore, la fame di Te".
Mentre oggi ci daremo da fare per procurarci il necessario pane, il cibo quotidiano per vivere, non dimentichiamo di "mangiare il pane vivo".


Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 41-51).
Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?". 
Gesù rispose loro: "Non mormorate tra voi. «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».



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