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Testimoni con Giovanni

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  "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Il Vangelo di questa domenica torna a parlarci del battesimo di Gesù; questa volta tramite la testimonianza del suo battezzatore. Giovanni era cugino di Gesù, eppure per ben due volte ammette: “Io non lo conoscevo”. Solo attraverso quel battesimo che Gesù ha voluto ricevere ne scopre l’identità. Non capita forse anche a noi, quando ci liberiamo dai pregiudizi, di dover ammettere con stupore che non conoscevamo veramente quella persona? Giovanni - da profeta e uomo libero qual è - ha occhi, orecchi e cuore allenati a riconoscere la novità di Dio di cui attende l’irruzione nella storia. Certamente se ne è fatto qualche idea, ma è pronto a lasciarsi sorprendere. Non è un abitudinario della fede. Ora, dinanzi al battesimo di Gesù e allo Spirito che discende su di lui, i suoi occhi si aprono: riconosce l’identità di Dio che ha preso carne in un uomo. Riconosce, in Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio che viene nell’umil

Anno del Signore 2023

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Tiziano Vecellio, Sacra famiglia con un pastore Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro (Lc 2,15-20) « Nel primo giorno dell’anno, la liturgia fa risuonare in tutta la Chiesa sparsa nel mondo l’antica benedizione sacerdotale, che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.

Più luce!

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  Rubens, Adorazione dei pastori (1608), particolare In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.  E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1.14) Vivo nella “città della musica” e mi piace paragonare il prologo di Giovanni (Gv 1,1-18), che ascoltiamo a Natale, a un preludio. Come in un’opera di Rossini il preludio tocca tutti i temi musicali che verranno poi espressi nei brani che seguono, così accade con l’inizio del quarto vangelo: vengono toccati tutti quei temi che poi verranno sviluppati lungo l’intero testo evangelico: i temi della vita, della luce, dell’accogliere, della testimonianza, della grazia, della pienezza, della visione della gloria, del diventare figli di Dio. Di tutto il brano, che è di una ricchezza e di una profondità insondabili, farò due sole sottolineature. La prima è nell’incipit: “In principio era il Verbo”, la Parola. Il Figlio è Parola eterna pronunciata dal Padre e rivolta verso di Lui e una cosa con Lui ne

Il coraggio di seguire un sogno

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Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". (Mt 1, 18-21) L’evangelista Matteo non riporta l’annunciazione dell’angelo a Maria, di cui ci riferisce il vangelo di Luca, bensì l’annunciazione dell’angelo a Giuseppe. Siamo di fronte a un uomo giusto che si trova davanti a un problema più grande di lui: Maria è incinta per la forza vitale di Dio, lo Spirito Santo. È qualcosa di incredibile, che

Chi aspettiamo?

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  L'attesa - Pino Ramunno «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3) «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3). Con queste parole il Battista fa rivolgere a Gesù una domanda che non ci saremmo aspettati. Non è forse colui che aveva sussultato nel grembo di Elisabetta sua madre all’incontro con Maria dopo l’annunciazione? Non è colui che aveva riconosciuto nel cugino il Messia nel battesimo del fiume Giordano? Perché ora Giovanni dubita? È qui la grandezza del profeta: mettere in discussione la sua stessa idea di Dio. Chi è dunque Gesù? Chi sto attendendo nella mia vita? Giovanni ci mette davanti a noi stessi, alla nostra realtà. Ci fa chiedere quale esperienza di Cristo stiamo facendo. L’attendere, il vigilare, il preparare la via al Signore hanno senso se sappiamo chi stiamo aspettando. Colui che viene è già venuto e aspetta solo di essere riconosciuto e accolto. Ed è piccolo, fragile, un bambino che si mette nelle nostre

L’esplosione di Grazia

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Focaraccio a Montegranaro (foto di G. Mancini) D'ora in poi... di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono (Lc 1, 50) Il 10 dicembre noi marchigiani, in relazione a Maria, raddoppiamo! La "Venuta" della santa Casa di Loreto "dilata" la festa dell'Immacolata dell'8 dicembre ai due giorni successivi. Dal calare del buio del giorno 9, perfino un satellite fotografando le Marche potrebbe registrare tanti punti luminosi che segnalano altrettanti falò (detti anche "focaracci") che, secondo un'antica leggenda, hanno il compito di tracciare la rotta agli angeli che trasportano in volo la Casetta di Nazareth fino al colle lauretano. Si tratta di una bella tradizione, molto diffusa nella cultura contadina, che mi risveglia tanti ricordi da bambino. E' un dolce e caldo ricordo quel ritrovarsi, di piccoli eccitatissimi e di grandi, attorno al fuoco e consegnare a Maria nella preghiera del rosario gioie e speranze, tri

A che gioco giochiamo?

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In quel tempo, Gesù disse alle folle:«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".. . ». (Mt 11, 16-17) Le luci natalizie sono accese (nonostante il caro-energia), gli alberi sono addobbati, le nostre città sono invase da folle festanti tra i mercatini... Ho letto sui social alcuni chiedersi: "Che festa è l'8 dicembre? cosa vuol dire "immacolata"? ... E qualcuno rispondere: "Non è la festa dell'accensione dell'albero?"...  In tutto ciò suonano provocatorie le parole di Gesù del Vangelo di oggi: a che gioco stiamo giocando? E, soprattutto, siamo capaci di comprendere il "gioco" di Dio, significato nel Natale? E, di conseguenza, in che modo Dio ci chiama a "mettere in gioco" la nostra vita? L'avvicinarsi del 25 dicembre  non ci tr