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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

Più luce!

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  Rubens, Adorazione dei pastori (1608), particolare In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.  E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,1.14) Vivo nella “città della musica” e mi piace paragonare il prologo di Giovanni (Gv 1,1-18), che ascoltiamo a Natale, a un preludio. Come in un’opera di Rossini il preludio tocca tutti i temi musicali che verranno poi espressi nei brani che seguono, così accade con l’inizio del quarto vangelo: vengono toccati tutti quei temi che poi verranno sviluppati lungo l’intero testo evangelico: i temi della vita, della luce, dell’accogliere, della testimonianza, della grazia, della pienezza, della visione della gloria, del diventare figli di Dio. Di tutto il brano, che è di una ricchezza e di una profondità insondabili, farò due sole sottolineature. La prima è nell’incipit: “In principio era il Verbo”, la Parola. Il Figlio è Parola eterna pronunciata dal Padre e rivolta verso di Lui e una cosa con Lui ne

Il coraggio di seguire un sogno

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Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". (Mt 1, 18-21) L’evangelista Matteo non riporta l’annunciazione dell’angelo a Maria, di cui ci riferisce il vangelo di Luca, bensì l’annunciazione dell’angelo a Giuseppe. Siamo di fronte a un uomo giusto che si trova davanti a un problema più grande di lui: Maria è incinta per la forza vitale di Dio, lo Spirito Santo. È qualcosa di incredibile, che

Chi aspettiamo?

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  L'attesa - Pino Ramunno «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3) «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3). Con queste parole il Battista fa rivolgere a Gesù una domanda che non ci saremmo aspettati. Non è forse colui che aveva sussultato nel grembo di Elisabetta sua madre all’incontro con Maria dopo l’annunciazione? Non è colui che aveva riconosciuto nel cugino il Messia nel battesimo del fiume Giordano? Perché ora Giovanni dubita? È qui la grandezza del profeta: mettere in discussione la sua stessa idea di Dio. Chi è dunque Gesù? Chi sto attendendo nella mia vita? Giovanni ci mette davanti a noi stessi, alla nostra realtà. Ci fa chiedere quale esperienza di Cristo stiamo facendo. L’attendere, il vigilare, il preparare la via al Signore hanno senso se sappiamo chi stiamo aspettando. Colui che viene è già venuto e aspetta solo di essere riconosciuto e accolto. Ed è piccolo, fragile, un bambino che si mette nelle nostre

L’esplosione di Grazia

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Focaraccio a Montegranaro (foto di G. Mancini) D'ora in poi... di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono (Lc 1, 50) Il 10 dicembre noi marchigiani, in relazione a Maria, raddoppiamo! La "Venuta" della santa Casa di Loreto "dilata" la festa dell'Immacolata dell'8 dicembre ai due giorni successivi. Dal calare del buio del giorno 9, perfino un satellite fotografando le Marche potrebbe registrare tanti punti luminosi che segnalano altrettanti falò (detti anche "focaracci") che, secondo un'antica leggenda, hanno il compito di tracciare la rotta agli angeli che trasportano in volo la Casetta di Nazareth fino al colle lauretano. Si tratta di una bella tradizione, molto diffusa nella cultura contadina, che mi risveglia tanti ricordi da bambino. E' un dolce e caldo ricordo quel ritrovarsi, di piccoli eccitatissimi e di grandi, attorno al fuoco e consegnare a Maria nella preghiera del rosario gioie e speranze, tri

A che gioco giochiamo?

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In quel tempo, Gesù disse alle folle:«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".. . ». (Mt 11, 16-17) Le luci natalizie sono accese (nonostante il caro-energia), gli alberi sono addobbati, le nostre città sono invase da folle festanti tra i mercatini... Ho letto sui social alcuni chiedersi: "Che festa è l'8 dicembre? cosa vuol dire "immacolata"? ... E qualcuno rispondere: "Non è la festa dell'accensione dell'albero?"...  In tutto ciò suonano provocatorie le parole di Gesù del Vangelo di oggi: a che gioco stiamo giocando? E, soprattutto, siamo capaci di comprendere il "gioco" di Dio, significato nel Natale? E, di conseguenza, in che modo Dio ci chiama a "mettere in gioco" la nostra vita? L'avvicinarsi del 25 dicembre  non ci tr

È l’Amore che rende belli

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“Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.  In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo  per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,3-4) Oggi contempliamo la bellezza di Maria, dimora che Dio si è scelta per assumere la nostra condizione umana. È immacolata, vale a dire “adatta” ad essere abitata da null’altro che dall’Amore. È colei che gode in “anteprima” il frutto della salvezza e della redenzione di Cristo a cui tutti siamo chiamati. Perché tutti siamo scelti in Cristo “per essere santi e immacolati di fronte a Dio nella carità”. Insomma, il Creatore ci vede e ci vuole belli, anche se noi, onestamente, vediamo tutta la nostra deformità. Per questo invia suo Figlio,  Salvatore: per restituirci la bellezza perduta. Maria immacolata è perciò, per noi pellegrini sulla terra, “segno di sicura speranza e di consolazione”. Anche se deformi, possiamo specchiarci in essa perché